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Fondi come funghi

Le buone pratiche dei parchi

Autofinanziamento

 

PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA, CAMPIGNA
Regione: Emilia-Romagna, Toscana
Estensione: 36.400 ettari a mare
Anno di istituzione: 1993
Sede: via G.Brocchi 7
52015 Pratovecchio (AR)
Telefono: 0575 50301
Fax: 0575 504497
www.parks.it
www.parcoforestecasentinesi.it

 

Spuntano a centinaia nei giorni d’autunno. Porcini anche di tre chili, che sul mercato vanno a 25-30 euro al chilo. Da queste parti, sui verdi crinali tra Toscana e Romagna, coi funghi si dice che c’è chi si è fatto la casa. Una ricchezza per tutti, e anche per l’ente parco nazionale che ne regolamenta la raccolta - riserve integrali a parte, dov’è vietata - con norme precise e differenziate tra residenti e non. Il testo completo del regolamento è su Internet all’indirizzo del parco, oppure in parte è riportato sui tesserini stessi, oppure è disponibile presso tutti i rivenditori, presso i centri visita e le sedi dell’ente parco a Pratovecchio e Santa Sofia. Funziona così. Intanto ci vuole appunto un tesserino, che vendono centri visita, bar ed altri esercizi dei 12 Comuni del parco (che trattengono per sé il 7% del ricavo: nei Comuni del forlivese il servizio sarà attivo a breve). Il permesso giornaliero costa 5 euro per tutti. Quello annuale, invece, si paga 13 euro per i residenti, 21 per chi abita nei Comuni del circondario inclusi nelle Comunità montane interessate dal parco e 44 per gli altri. Le distinzioni continuano su altri aspetti, ad esempio sulla quantità massima consentita che è di 5 kg per i subresidenti e di 3 per i forestieri, oppure sui giorni di raccolta (lunedì e venerdì possono raccogliere solo i residenti). Per i ragazzi fino a 14 anni non serve il permesso ma i funghi raccolti, assieme a un adulto debitamente autorizzato, concorrono a formare il quantitativo giornaliero. I tesserini, pur seguendo le bizze del clima, vanno a ruba. Nel 2001 l’ente parco ne ha rilasciati circa ottomila giornalieri e quattromila annuali, con un ricavo netto di 110 milioni di lire che va tutto a finanziare la manutenzione dei sentieri. Nel conto, poi, vanno messi pure 11 milioni per infrazioni al regolamento. Nel 2002 le autorizzazioni giornaliere sono state più di tremilatrecento e quelle annuali quattromilacinquecento, per un ricavo netto di 116.347 euro, a cui s’è aggiunta pure la somma proveniente dalle 116 multe comminate per ulteriori 7.367,16 euro. Nel 2003 c’è stato un crollo delle autorizzazioni, visto che di funghi - a causa di un’estate straordinariamente calda e asciutta - se ne sono visti pochi: ottocentocinquanta permessi giornalieri e altrettanti annuali, per un ricavo di 46.163 euro più altri 350 per 7 sanzioni. Il 2004 si annuncia come un anno di ripresa, ma staremo a vedere. Per il versante romagnolo del parco ogni anno viene generalmente siglata un’intesa con gli altri enti competenti - e cioè Comunità montane e Provincia di Forlì-Cesena - che permette di acquistare uno speciale tesserino valido per tutto il territorio provinciale e per tutto il parco, compresa la parte toscana. Novità del 2004 è che ai residenti nei Comuni romagnoli del parco (Bagno di Romagna, Santa Sofia, Premilcuore, Tredozio, Portico San Benedetto) viene applicato un costo delle autorizzazioni annuali di 31 euro, mentre i residenti nei restanti Comuni delle Comunità montane - che subiscono di meno alcuni vincoli del parco - pagano 35 euro. La presenza dei funghi, naturalmente, non si limita al grande parco tosco-romagnolo ma interessa tutte le aree protette con estensioni boschive. Secondo dati recenti la Coldiretti stima che nei quasi 10 milioni di ettari di bosco che coprono l’Italia la produzione sia di circa 30mila tonnellate, per un valore complessivo al consumo stimabile in oltre mezzo miliardo di euro all’anno. Dopo il 2003 disastroso a causa della siccità, come già ricordato, nel 2004 le condizioni climatiche hanno favorito in molte aree del Paese la nascita di funghi. Porcini, finferli, trombette e chiodini per poter crescere rigogliosi richiedono infatti come condizioni ottimali 18-20 gradi di temperatura, terreni umidi senza piogge torrenziali e una buona dose di sole. Raccogliere funghi, poi, non è solo uno svago per milioni di turisti ma rappresenta un’attività con una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive, dove rappresenta una importante integrazione di reddito per migliaia di “professionisti” impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici di molti parchi e riserve naturali. Se gli agriturismi sono certamente un luogo privilegiato per consumare funghi freschi, che non devono essere costretti a lunghi tempi di trasporto grazie alla vicinanza ai boschi, non è un caso che nel mese di settembre - secondo una recente indagine ancora della Coldiretti - oltre una sagra o festa di paese su dieci (l’11%) sia proprio dedicata ai funghi. Solo le sagre dedicate al vino (il 35%) e alla frutta e verdura (il 22%) sono più frequenti.