|
Nella suggestiva cornice della Sala degli arazzi dell'Amministrazione provinciale di Siena, di fronte alle pietre del Duomo, il 19 luglio le Province di Grosseto e Siena hanno presentato - alla presenza del Ministro all'Ambiente Spini e del neo assessore regionale Periccioli - il sistema di riserve naturali delle due realtà provinciali. Il quadro illustrato, e ribadito ampiamente da tecnici ed amministratori intervenuti parte da una analisi della realtà la cui caratteristica saliente è quella del "paesaggio costruito" attraverso il rapporto costante che si è realizzato in questa parte della Toscana meridionale" tra ambiente naturale ed attività umana. Tali caratteristiche si riscontrano in un'area geografica molto vasta comprendente la provincia di Siena e buona parte della provincia di Grosseto.
La forma di protezione suggerita dai presidenti provinciali dovrà fare perno sulle attività umane presenti nel territorio come condizione indispensabile per la manutenzione dello stesso
Lo strumento amministrativo-giuridico conseguente dovrà consentire la salvaguardia e la valorizzazione in modo che l'uomo, le sue associazioni, le sue imprese trovino adeguata motivazione alla permanenza e allo svolgimento di attività sostenibili. E questo un concetto in gran parte acquisito a livello teorico (nella pratica un pò meno) che la stessa Iucn ha ribadito autorevolmente nelle sedi internazionali e che il Ministro Spini ha ribadito con forza sottolineando l'impegno propositivo e positivo delle amministrazioni nel loro tentativo di valorizzare le aree dell'entroterra escluse dagli attuali circuiti turistici elevando, nel contempo, il valore culturale delle comunità locali.
Dallo studio di questo territorio sono emerse singolarità ambientali (faunistiche e botaniche) di assoluto rilievo, molte delle quali riguardanti specie elencate nella richiamata direttiva CEE 43/92. Si tratta di quantità notevoli di aree di dimensione variabile da 200 a 2000 ettari, dove sono rimaste custodite, come in veri e propri "scrigni", queste emergenze.
Gli studi finora compiuti hanno confermato la validità del rapporto tra queste aree e l'esterno, specificando come le emergenze ivi presenti costituiscono una sorta di indicatori dello stato di salute dell'ampio territorio entro il quale sono collocate.
Da qui l'idea di proteggere un vasto territorio con all'interno queste undici emergenze, costituito in grande prevalenza dal bacino idrografico del fiume Ombrone a Orcia, nonchè di due appendici costituite dalla montagna dell'Amiata e dal bacino idrografico di Chiusi e Montepulciano.
Nella legge 394/91 sono state individuate queste possibilità prevedendo di costituire queste undici aree in riserve naturali o meglio in una "rete di riserve naturali" per sottolineare il valore del rapporto con il territorio circostante, nonchè un'area contigua che lo ricomprenda gradualmente.
Tale soluzione trova rispondenza nell'applicazione della legge regionale toscana 52/ 82 dove le riserve naturali vengono ad essere le aree "d" mentre nelle aree contigue potranno essere applicate a varie gradazioni le norme previste per le zone "c", "b", "a".
Un'altra condizione che favorisce l'istituzione di queste riserve è il fatto che buona parte di esse si collocano su terreni di proprietà pubblica, e/o in aree dove già sono presenti altri vincoli alle attività umane (divieti di caccia, pesca).
E' previsto infine un sistema di gestione con tre poli di riferimento:
- 1 - un ente gestore (la Provincia) con funzioni di controllo e di promozione;
- 2 - un comitato scientifico unico, con compiti di definizione della normativa di gestione delle risorse;
- 3 - la comunità delle riserve, composta da rappresentanti di tutte le istituzioni interessate con funzioni di indirizzo generale e di verifica.
Nel dettaglio le due Province hanno proposto la costituzione di dodici riserve naturali, di cui 5 interprovinciali, con una estensione variabile tra i 302 e i 4353 ettari, per un totale complessivo di 16.013 ettari e il coinvolgimento di 16 Comuni.
Cifre ragguardevoli che indicano la volontà delle Province toscane a muoversi con decisione, forti del nuovo quadro legislativo imperniato sulla legge 394/91 e sulla direttiva CEE 43/92 sulla conservazione degli habitat naturali.
*membro della Redazione |