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Animali e natura, viaggi ed avventura, alpinismo e trekking, geografia ed etnologia. Nelle edicole la natura va in vetrina a colpi di 5, 10 mila lire: foto d'autore, colori che incantano, carta patinata. Tutto inizia nel maggio '81 con Airone, "invenzione" di Egidio Gavazzi che esaurisce in pochi giorni le 65 mila copie di tiratura del primo numero. Le pubblicazioni già presenti sul mercato devono correggere il tiro, tener conto di una nuova componente dell'informazione.
La comparsa di Airone stimola la nascita di nuove testate o la profonda revisione di quelle esistenti. Nell'83 nasce Natura oggi, risposta della Rizzoli alla Mondadori; nell'85 Oasis, superspecializzata e lussuosa, ogni numero quasi un libro di immagini preziose. Atlante, Geodes, Aqua, Qui Touring tutte testate con "target" specifici devono fare i conti con una domanda di "natura" in crescita, come in crescita è la coscienza ambientale (frutto a sua volta, in una sorta di circolo virtuoso, dell'accresciuta attenzione delle riviste divulgative).
Quello dell'editoria verde è un arcipelago variegato, costellato di mille testate di diversa impostazione si va da quelle a larga diffusione di editori privati ad un numero notevole di riviste delle associazioni ambientaliste (in genere dalla rivista" madre" si moltiplicano in edizioni regionali o bollettini locali). Airone (il cui sottotitolo è: ("vivere la natura, conoscere il mondo") si è attestata sulle 140 mila copie (fonte ADS, Accertamenti Diffusione Stampa) dopo aver toccato vertici che sfioravano le 280 mila copie, mentre sullo slancio Giorgio Mondadori ha dato vita ad una serie di testate con la stessa impostazione, a partire da Airone Junior dedicata ai giovanissimi, in un primo tempo legata alla rivista madre e poi diventata autonoma. Non mancano mensili di divulgazione scientifica. I più seguiti sono Le scienze, quasi 70 mila copie, e Scienza & Vita circa 40 mila. Con particolare vocazione turistica ma attenta alla natura troviamo Bell'Italia ancora di Giorgio Mondadori, la cui diffusione supera (sempre dati ADS) le 100 mila copie e che nel maggio scorso ha "filiato" Bell'Europa. Anche riviste settoriali contengono ampi spazi per l'ambiente; fra le molte, Alp dell'editore piemontese Vivalda, che dichiara una tiratura di 45 mila copie, livelli intorno ai quali si attesta anche la "cugina" Rivista della Montagna edita dal CDA (Centro di documentazione alpina) ancora piemontese.
I primi anni 90, ed in particolare quest'ultimo anno, segnano invece un'inversione di tendenza. Chiudono i battenti Natura oggi e Atlante edita da De Agostini, che vantava trent'anni di vita ed è stata distribuita ancora lo scorso anno in 53 mila copie medie. Complessivamente comunque, in modo più o meno ufficiale, tutti ammettono una contrazione delle vendite. Unico segnale in controtendenza la nascita di Natura Mundi nel maggio scorso. Casa madre un editore di Alba con sottotitolo "io, il mondo, la natura. "Il progetto della redazione - si legge nell'editoriale del primo numero - è di costruire un discorso con le parole e le immagini dove la descrizione naturalistica e scientifica del mondo sia saldamente intrecciata con la storia, la società, i simboli e la natura umana". Dal parco della Valle Lambro al deserto algerino, così si presenta per la prima volta ai lettori; la redazione fornisce un dato"stimato" della diffusione: 70 mila copie.
Le riviste specialistiche, da Acer ad Ali da Monti e Boschi a Documenti del territorio, assommano ad oltre cinquanta mentre i bollettini e notiziari con uscita periodica sono alcune decine.
Dal mondo della "natura di carta" vengono dunque segnali di contrazione: primi contraccolpi alla crisi che da alcuni mesi morde il paese. Si tratta di un segnale da cogliere in tutta la sua tendenza: la natura torna ad essere un lusso. Sarebbe grave che questo aspetto negativo si estendesse dal pur prezioso terreno dell'informazione a quello delle realizzazioni. Tuttavia in forza di questi segnali diventa ancor più importante che i parchi e le aree protette riescano a produrre essi stessi informazione in quantità adeguata e di qualità.
L'informazione delle aree protette
Gli strumenti di informazione delle aree protette sono ovviamente variegati e numerosi. La qualità e la quantità di materiale informativo dipende in larga misura dalle risorse, economiche in primo luogo, ma anche dalla capacità di attenzione al problema posto dagli enti di gestione e dal personale direttivo del parco. Purtroppo non disponiamo di dati statistici in materia, e questo già segnala una scarsa attenzione al problema Può essere tuttavia utile compiere una rapida panoramica dei mezzi di informazione realizzati.
Quasi tutti i parchi e le aree protette dispongono di un dépliant, o pieghevole, che in sintesi presenta le caratteristiche della conservazione, le modalità di raggiungimento dell'area e le specie faunistiche o floristiche di particolare pregio. Strumento indispensabile ed insostituibile, il "pieghevole'' normalmente presenta un'immagine coordinata con le altre aree regionali. Questo strumento informativo indispensabile quasi sempre è accompagnato da strumenti che non soltanto danno "informazioni" sull'area ma concorrono a fornire l' immagine della stessa: tabelle dei confini, bacheche illustrative, segnalazioni dei percorsi.
Diverse realtà dispongono anche di un video, spesso messo in vendita. Si tratta di uno strumento di cui cresce la domanda ma che richiede consistenti risorse per una realizzazione anche soltanto accettabile, e soprattutto che si colloca in concorrenza" con strumenti audiovisivi (realizzati con grande dovizia di mezzi e risorse) la cui qualità e forza d'impatto è ben difficilmente raggiungibile. Questo, ovviamente, non significa che si tratti di uno strumento da non utilizzare; semplicemente occorre stimare bene le risorse disponibili in rapporto alla obsolescenza del messaggio ed alla necessità di grande professionalità ed esperienza nella realizzazione. Molti parchi dispongono di libri e guide. Si tratta di pubblicazioni tese ad illustrare ad appassionati ed esperti i contenuti del parco con un linguaggio più "raffinato", articolato e scientifico. Alcuni di questi libri giocano le loro carte prevalentemente sulla qualità delle immagini e solitamente vengono realizzati con sponsor che li utilizzano anche come loro promozione. Scarseggiano purtroppo nel panorama nazionale collane di pubblicazioni scientifiche edite dai singoli parchi o dalle Regioni. Per completare una sommaria panoramica non si possono dimenticare materiali vari che vanno dalle cartoline ai poster, dai calendari ai gadget veri e propri (spille, adesivi, magliette, zainetti). Molti parchi editano materiali didattici (schede, quaderni, opuscoli, eccetera) anche in questo caso la casistica è variegata a volte si tratta di materiali "poveri", ovvero fatti in grande economia estetica ma di elevatissimo valore aggiunto. Nascono infatti (dai più belli per colori ed illustrazioni ai più essenziali) da un lavoro paziente ed appassionato, sviluppato sul "campo", a cui spesso concorrono le capacità di tecnici, guardiaparco ed insegnanti. Uno strumento che inizia a diffondersi è la News Letter o bollettino. Sono ancora pochi i parchi che ne dispongono (anche in questo caso si va da quelli più modesti come veste grafica a quelli già ricercati e di buona immagine) eppure costituiscono un tramite utilissimo per un rapporto-dialogo non soltanto con gli utenti del parco ma soprattutto permettono un rapporto personalizzato con la popolazione che vive all'interno o nelle immediate vicinanze.
La forza d'impatto del giornalino del parco sta anche nella capacità di dialogo con i problemi e gli avversari della conservazione. Strumenti tradizionali come il bollettino rivestono infatti enorme importanza per toccare quel nodo fondamentale che è il consenso intorno al parco. Questo mezzo di colloquio (anche, anzi soprattutto, con gli oppositori) permette di costruire intorno alla realtà "parco" discussione e consenso. Questa rapida rassegna naturalmente non comprende tutte le possibili varianti della voce "informazione". Non risultano inclusi altri strumenti informativi definibili tradizionali o cartacei, e soprattutto quegli strumenti frutto delle nuove tecnologie ossia l'informatica e la multimedialità. Si tratta di un settore ancora tutto da scoprire (nei suoi limiti e nelle sue enormi potenzialità) che richiede un approfondimento ed una riflessione attenta poichè si tratta di strumenti che per la loro specifica natura vanno rapportati alle finalità culturali dei parchi ed alle filosofie della conservazione. Una sola osservazione: si tratta di strumenti per lo più costosi, di forte impatto che necessitano pertanto di un attento ragionamento non soltanto in merito al contenuto quanto in merito alla collocazione.
Proponendosi con grande forza di "descrivere il mondo" con una realtà virtuale, per quanto efficace ed affascinante, deve essere attentamente valutato il dove, il come ed il quando essi possono essere proficuamente utilizzati e non semplicemente come deriva dello sviluppo tecnologico.
Il tema dell'informazione merita un approfondimento ben oltre questo contributo; tuttavia è opportuno, forse, individuare alcune coordinate che permettano di inquadrare, seppur in termini generali, la questione.
Le individuerei per mezzo di alcuni slogan di sapore pubblicitario. Molte risposte sbagliate derivano da domande mal poste.
In altre parole: le regole della comunicazione in una società dell'immagine ed in un contesto di "villaggio globale" sono numerose e complesse. Alcune tuttavia sono semplici ed efficaci. Si tratta in un primo luogo di aver sempre presente, che si scriva un articolo, un dépliant od un tabellone, a chi ci si rivolge e cosa si vuol comunicare, essere coscienti che ciò che si legge piacevolmente seduti in poltrona può diventare (per lunghezza, tono e contenuto), insopportabile guardando un tabellone. Inoltre la precisione scientifica non può diventare una pedante esposizione fatta pensando all esperto zoologo mentre si prepara un testo per il fruitore domenicale (ed ovviamente vale l'inverso).
"Far bene le cose ... e farlo sapere".
Anche una sommaria analisi del materiale prodotto in varie forme dai parchi permette di rilevare che mentre ottimo è il livello del cosa" si conserva e protegge, poco viene dedicato al "come", mentre addirittura rare sono le informazioni sul "perchè". Si tratta evidentemente di un limite che non permette di acquisire consensi, se non in coloro che già sono appassionati, al lavoro di conservazione della natura.
"Il lavoro di gruppo è efficace in natura".
Così recitava uno slogan promozionale di Legambiente. Parola d'ordine che va intesa a vari livelli: in primo luogo l'informazione deve nascere dalla collaborazione tra uomini di comunicazione (giornalisti divulgatori) e tecnici delle aree protette. Ma si tratta di un messaggio che ha una valenza anche più ampia. Oggi ad occuparsi di parchi non sono soltanto più operatori provenienti dalle classiche scienze naturali (biologi, zoologi, forestali, eccetera) ma anche sociologi, economisti, psicologi E dall'incontro tra queste branche del sapere, dalla capacità di comunicare tra loro che può svilupparsi una cultura più ampia e consolidata del rispetto della natura, e di conseguenza del messaggio che ne consegue.
E' possibile tentare una conclusione? Sicuramente no: tuttavia è possibile forse trovare un motivo ispiratore non soltanto dell'agire nella e per la natura ma anche nel trasmettere questo impegno e questo lavoro. Tra le molte sintesi possibili forse ciò che ebbe a scrivere Marcel Proust è tra le più stimolanti e poetiche "Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell'avere nuovi occhi".
L'informazione naturalistica del Piemonte
In quindici anni la Regione Piemonte ha istituito 52 parchi e riserve naturali. Oggi circa il 7 per cento del territorio piemontese è salvaguardato. Il cammino della Regione inizia nel 1975 con una prima legge-quadro riveduta ed aggiornata due volte nel corso di questi anni. Il Piemonte, con il suo sistema di aree regionali a cui si aggiungono due parchi nazionali (quello ormai "settantenne" del Gran Paradiso e il Parco della Valgrande nel Novarese nato nel 1991 ), costituisce la Regione "di punta" nella salvaguardia del territorio e della varietà e ricchezza naturalistica. Un ruolo "gratificante" ma anche impegnativo. A completamento di questa azione di tutela dalla metà del '91 è stato attivato il Centro di documentazione e ricerca sulle aree protette. Il Centro dipende dall'Assessorato regionale ai parchi ed è "gestito" dal servizio promozione, la cui creazione già testimonia una sensibilità non usuale ai problemi informativi. Scopo del Centro è quello di offrire una sede di coordinamento tra le variegate ed ormai numerose attività degli enti parco che spaziano dalla didattica all'aggiornamento del personale, dalla vigilanza alle iniziative culturali. Su questo terreno in particolare il Centro si propone di valorizzare e raccogliere tutta la vasta esperienza accumulatasi in questi anni nei parchi e nel personale che vi opera (complessivamente oltre trecento persone), per potenziare e qualificare l'attività di tutela.
Un compito non semplice ma stimolante che si propone anche di mettere in comunicazione esperienze più vaste. La complessità della difesa del territorio in rapporto ad un più ampio discorso di difesa ambientale e della necessità di modificare atteggiamenti e culture impone che gli "addetti ai lavori" che operano nei parchi siano sempre più, e meglio, in grado di confrontarsi con tecnici di altre discipline, e soprattutto con le popolazioni locali. Infatti, volendo in estrema sintesi fare un bilancio della conservazione naturalistica, si può dire che i parchi rimangono in una sorta di "limbo", non del tutto osteggiati ma neppure sostenuti a fondo dalle realtà locali; argine prezioso contro ulteriori danni al territorio ma non ancora capaci di proporsi come stimolo per radicali cambiamenti. Un terreno di azione che travalica l'ambito di pura gestione per affrontare i temi della promozione culturale. In questa direzione il Centro produce tre strumenti" particolari". Il primo è un'agenzia stampa a cadenza quindicinale che, "rilanciata" dall'ufficio stampa della Regione, arriva ai 150 mezzi informativi (periodici, Tv private, radio) che costituiscono l'articolato, ricco ed originale panorama piemontese in campo giornalistico. L'agenzia offre una valida sponda per amplificare il messaggio delle attività dei parchi dalle escursioni alle ricerche, dalle pubblicazioni alle attività culturali. I restanti due strumenti hanno una tiratura limitata essendo mirati agli "addetti ai lavori". Si tratta di una rassenga stampa delle riviste specializzate e dei "percorsi bibliografici". Due strumenti che si propongono di offrire un contributo alla circolazione delle idee ed a quell'indispensabile aggiornamento su ciò che si muove nei settori che ruotano o toccano la conservazione della natura.
Strumenti esteticamente modesti, poveri nella forma (circolano fotocopiati) ma che proprio per la loro "agilità" offrono l'opportunità di una ricognizione a 360 gradi sulle idee e gli ''input'' culturali di cui gli operatori necessitano. Il servizio promozionale ha anche stimolato i parchi perchè si dotino di "News Letter" o bollettini. Finora sono tre i parchi piemontesi che hanno iniziato a realizzare questo strumento che è fondamentale per un più corretto ed approfondito rapporto con la popolazione del parco ed i visitatori. Il Centro inoltre affianca le aree protette nel mantenimento di un'immagine coordinata della variegata attività informativa e divulgativa realizzata dai parchi. Va detto comunque che, pur in un panorama "attivo", si può stimare nell' 1 per cento la quota che i parchi dedicano (in media ed ogni anno) ai vari strumenti informativi. Si tratta di una cifra contenuta soprattutto se si tiene conto della ridondanza informativa di cui tutti siamo oggetto ed in qualche misura "vittime", diventando difficile discernere nel "rumore di fondo" i messaggi importanti .
*Direttore della rivista Piemonte Parchi |