Tra gli eventi conclusivi del progetto "Praterie", in programma nei giorni 11 – 13 ottobre, c'è anche un interessante evento editoriale che vede la presentazione della ristampa del volume di Giuseppe Sciarra "Prati e pascoli di montagna", pubblicato nel 1922 per la Cattedra Ambulante di Agricoltura della Provincia di Teramo. La presentazione del libro avverrà a Fano Adriano presso la Sede Comunale, venerdì 13 ottobre alle ore 15. Interverranno il Presidente del Parco, Tommaso Navarra, il Sindaco Adolfo Moriconi, l'ex direttore della Biblioteca Melchiorre Delfico di Teramo Luigi Ponziani, il nipote dell'autore Paolo Sciarra e la curatrice, ecologa del Parco, Silvia Scozzafava.
"Se un pascolo si conserva indefinitamente produttivo deve questa sua proprietà alle molte specie di piante che lo compongono", si legge tra le pagine del libro, la cui ristampa il Parco ha voluto nell'alveo del progetto LIFE, proprio per l'attualità dei contenuti inerenti la tutela della biodiversità e "la cura e la manutenzione" delle praterie montane.
Il Presidente Navarra, che ha sostenuto con convinzione la riedizione del volume, in merito dichiara: "Non a caso abbiamo dato all'evento di presentazione il titolo di "Ritorno al futuro?", volendo con ciò sottolineare la riscoperta delle radici tecnico-scientifiche della cultura del nostro territorio e delinearne delle prospettive di sviluppo. Il Prof. Giuseppe Sciarra, scienziato di montagna ed ecologo ante litteram, ci restituisce in quest'opera un quadro delle condizioni di utilizzo, e indirettamente anche di vita, della montagna teramana all'inizio del secolo scorso. Un testo interessante dunque ,dal punto di vista scientifico ma anche sociale".
Sciarra nacque a Torricella Sicura nel 1886 ed iniziò la sua carriera professionale prima dello scoppio della Grande Guerra collaborando, in qualità di esperto, con "L'Agricoltura del Melfese", organo delle Cattedre Ambulanti di Agricoltura della Basilicata. Nel primo dopoguerra venne nominato direttore della nuova sezione di "Alpicoltura ed economia montana", all'interno della Cattedra Ambulante di agricoltura della Provincia di Teramo, incarico che mantenne fino al 1923. Fu successivamente Direttore della Cattedra Ambulante di agricoltura di Sulmona, carica che conservò fino alla riforma del 1935 quando le Cattedre Ambulanti furono trasformate in Ispettorati provinciali di Agricoltura, nei cui organici apicali rimarrà fino alla pensione. Morì a Teramo nel 1961 lasciando i propri averi in eredità all'Università di Bologna.