Dal 1984 si è potuto registrare nel Parco un aumento demografico esponenziale del cinghiale.
Le particolari condizioni bioclimatiche e le risorse alimentari nell'area, date dalla presenza di boschi e coltivi, consentono straordinari incrementi di questo ungulato, con nascite che si verificano in tutti i mesi dell'anno (inverni sempre più miti, consentono la riproduzione di questi animali senza periodi di interruzione): una femmina può partorire fino a 15 cuccioli, 3 volte all'anno (cioè 45 potenziali cinghiali adulti all'anno per singola femmina di cinghiale).
Il cinghiale è in grado di modificare profondamente gli ecosistemi, soprattutto forestali. Onnivoro e opportunista, scava, sradica e crea profondi solchi alla ricerca del cibo, alterando le caratteristiche del suolo e del manto vegetale, accelerando i processi di decomposizione della sostanza organica del suolo stesso e compromettendo lo sviluppo di piante giovani e di insetti che trovano riparo proprio in questi primi centimetri di suolo.
Un cinghiale adulto, nel nostro ambiente, può arrivare a pesare fra i 70-80 kg nel caso delle femmine e raggiungere o superare i 100kg nel caso di un maschio. Per questo motivo, unitamente alle abitudini serali ed al colore scuro del manto che li rendono poco visibili agli automobilisti, i cinghiali causano incidenti autostradali anche di grave entità.
Non è da sottovalutare anche l'aspetto sanitario: Il cinghiale può fungere da ospite o essere il vettore di differenti agenti eziologici responsabili sia di malattie di comune riscontro nella fauna selvatica, in grado di essere diffuse anche agli animali allevati, che talvolta, di zoonosi (termine utilizzato per identificare infezioni o malattie che possono essere trasmesse direttamente o indirettamente tra gli animali e l'uomo).
L'Ente Parco è impegnato in un programma di controllo e contenimento del cinghiale (parte integrante di quello provinciale previsto dalla L.R. 09/2000), attuato con l'impiego del proprio personale e di apposite gabbie di cattura per la soppressione degli esemplari. L'efficacia del controllo risiede nella continuità della pratica delle catture. L'esperienza della Mandria evidenzia l'efficacia della tecnica di controllo attraverso gabbie di cattura (circa 66% dei capi abbattuti), che risulta preferibile anche sotto il profilo etico (si evitano ferimenti di esemplari), ecologico (si minimizza il disturbo alle altre specie e la dispersione di bossoli e cartucce nell'ambiente) e della sicurezza degli operatori, fruitori e abitanti. Tra l'altro le gabbie utilizzate hanno dimensioni idonee ad evitare catture accidentali di altri Ungulati come per esempio cervi e daini che popolano il Parco.
Negli ultimi anni, sono stati abbattuti ogni anno fra i 700 ed i 900 cinghiali le cui carni vengono proposte in vendita ai macellai autorizzati, previa i dovuti controlli sanitari.
Sana: è una carne a basso contenuto di grassi insaturi ed alto contenuto di omega3, pertanto consigliata per una dieta sana e povera di colesterolo. Ha un alto contenuto di oligoelementi utili per la salute umana.
Etica: la carne di cinghiale non proviene da allevamenti, è frutto di un piano di depopolamento atto al riequilibrio faunistico. Indirizzare queste carni nel circuito della vendita è doveroso in quanto altrimenti andrebbero buttate (o meglio incenerite) comportando oltre che una spesa, uno spreco immotivato di cibo.
Ottima qualità gastronomica: grazie ad un primo trattamento delle carni presso l'Ente di Gestione, al controllo veterinario dell'ASL ed al successivo abbattimento termico presso centri di lavorazione convenzionati, le carni vendute e provenienti dal Parco sono ottimali sia dal punto di vista organolettico che microbiologico prestandosi a tutti i tipi di preparazioni gastronomiche.
Bibliografia di approfondimento:
Gestione e controllo del cinghiale
Piemonte Parchi-Parchi da gustare
Piano di gestione e controllo numerico del cinghiale 2020-24