Sono in svolgimento nelle aree protette dell'Emilia Centrale le azioni di due importanti progetti dedicati alla valorizzazione e al ripristino della biodiversità della fauna acquatica e dei suoli. Gli interventi, del valore complessivo di 375 mila euro, sono finanziati all'80 per cento dal PNRR e la restante parte dall'Ente Parchi Emilia Centrale, ideatore e gestore dei progetti. Comune ad entrambi il fatto che diverse attività prevedono il coinvolgimento dei cittadini al fine di attivare un processo di cosiddetta "Citizen science", dove essi diventano attori protagonisti della conoscenza, della tutela e della divulgazione della biodiversità.
Il primo progetto, in svolgimento nelle aree protette reggiane, dal titolo "Fishing 4 Biodiversity", investe 115.000 euro nel monitoraggio e nella tutela dei torrenti e di alcune specie di fauna anfibia e acquatica e dei loro ambienti minacciati dai cambiamenti climatici in atto. L'Ente Parchi si avvale, nello svolgimento delle azioni previste, di un partenariato che coinvolge tre organizzazioni di protezione ambientale reggiane (Università Verde, Pro Natura e Fipsas) e tre Università (Modena-Reggio Emilia, Siena e Parma). I siti interessati dalle attività del progetto sono quelli della Rete Natura 2000 inseriti all'interno del Paesaggio naturale e seminaturale protetto della Collina Reggiana-Terre di Matilde e nella Riserva naturale Fontanili di Corte Valle Re di Campegine. Qui si svolgono azioni di monitoraggio ed indagini genetiche su alcune specie faunistiche di interesse conservazionistico, come la Salamandrina di Savi (nella foto), a cui si aggiungono interventi di gestione sperimentali per la tutela della biodiversità nei corsi d'acqua e negli ambienti acquatici minori.
Il secondo progetto, dal titolo "Biodiversity Between The Roots" si svolge invece nei territori del Parco regionale del Frignano (Alto Appennino Modenese), con un investimento di 260.000 euro su azioni tese ad allargare la base della cittadinanza attiva coinvolta sul "tema suolo". In questo caso i partner sono le Università di Modena e Reggio Emilia e Alma Mater Studiorum di Bologna. Il progetto prevede un'iniziale campionamento per costruire l'indice di qualità biologica dei suoli e arricchire la banca dati per la successiva realizzazione della piattaforma webGis "BioSoil", che produrrà anche supporti cartografici e ospiterà una mappatura aggiornata della vegetazione non forestale, con focus di indagine sulle zone umide. Quanto al coinvolgimento dei cittadini saranno realizzati incontri pubblici e uno spazio di tipo museale innovativo all'interno di un nascente Centro di divulgazione e formazione scientifica nel complesso del castello di Sestola, a valere per tutto il territorio della Riserva di Biosfera Unesco dell'Appennino Tosco Emiliano. Previste, infine, azioni volte al miglioramento degli habitat di interesse conservazionistico, attraverso la rimozione di specie floristiche aliene e interventi di ripristino delle brughiere a mirtillo dell'Alto Appennino.