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Segnalazioni

Il Ministro Pichetto Fratin agli Stati Generali: i parchi sono un'opportunità, non un limite

I sei punti emersi dalla due giorni di dibattito illustrati dal Direttore generale della TBM, Francesco Tomas
(18 Dic 24)

"La questione di fondo che percepiamo è quella di considerare i gestori delle aree protette non come dei dispensatori di soli divieti, come frequentemente purtroppo viene percepito, ma come strumento di sviluppo del territorio". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo a Roma agli Stati generali delle aree protette. Il ministro ha parlato di "limite culturale, secondo il quale le aree protette sono zone in cui vigono solo vincoli e divieti, e non anche opportunità. È un supremo malinteso, che si percepisce quando i comuni non vogliono entrare a far parte dell'area protetta, perché temono vincoli, divieti, la subdola cessione di poteri di amministrazione, e non tengono in considerazione tutta una serie di opportunità che ci sono".

Pichetto ha auspicato "un'azione culturale che deve superare tutto ciò, e far sentire tutti attori del territorio, personaggi attivi". Gli enti parco secondo il ministro hanno "i contorni di un ente intermedio, con la possibilità di ridefinire i confini amministrativi a livello nazionale".

Per Pichetto, la legge 394 del 1991 sulle aree protette è "una buona legge, che dopo anni va però adattata a un modello diverso, perché in 35 anni ci sono stati una trasformazione del sapere e del sentire, e anche il peggioramento del quadro economico. Occorre tenere conto che c'è stata una modifica costituzionale, agli articoli 9 e 41. Un adattamento è necessario".

Per Pichetto è necessario nei parchi "ridefinire i modelli di governance. Rispetto a 35 anni fa il mondo va a velocita diversa, dobbiamo adattarci. Abbiamo gli strumenti per svolgere quelle funzioni di coordinamento che 35 anni non c'erano, come la possibilità di farle online in mezza giornata".

"Dobbiamo guardare avanti - ha concluso Pichetto - oltre la 394, a un nuovo equilibrio di sistema giuridico, di sistema normativo, di governo complessivi".

In conclusione dei lavori il Direttore generale della Direzione Tutela Biodiversità e Mare (TBM)  del MASE, contrammiraglio (CP) Francesco Tomas, ha illustrato i sei punti emersi dalla discussione e che costituiranno la base di un documento che sarà successivamente condiviso

1. Velocità/flessibilità decisionale
Il sistema è appesantito, sia dai gravami delle nomine gestionali, sia dalle stesse strutture interne. Valutare quindi come e quanto sia possibile proporre modelli più efficienti che sappiano conciliare tutte le esigenze in campo. Capire cosa l'Ordinamento si aspetta, complessivamente, da un Ente Parco o dalle altre Aree Protette è esiziale per formulare il migliore modello di Governance. 

2. Governance
Il tema della Governance per Riserve e Aree Marine si è riproposto, nell'assunto che in questo caso, a differenza degli Enti Parco, gli Enti Gestori non hanno funzioni proprie ma svolgono la loro attività in virtù di una delega da parte del Ministero. Una più pertinente definizione della governance, delle funzioni e delle autonomie ad essa attribuite, pone anche il tema dell'Organico. 

3. Organico
I Parchi e le altre Aree Protette, lamentano carenza di Organico amministrativo e di vigilanza. È un tema da risolvere e da sviluppare anche in materia di autonomia gestionale e di impego delle Risorse.

4. Risorse
Emerge la esigenza di promuovere un sviluppo di una finanza pubblica delle aree protette, che al netto dei trasferimenti Statali, che naturalmente deve essere congrua, deve prevedere criteri di premialità, evitare residui non impiegati ed avanzi, agevolare un regime di agevolazione fiscale per l'ottenimento di trasferimenti liberali o di sponsorizzazioni, anche in una logica di intervento centrale, anche per godere dei vantaggi di una economia di scala. All'uopo, emerge sempre più la necessità di coordinamento.

5. Coordinamento
Coordinamento significa unità di visione, di narrazione, di prospettiva di tutte le Aree Protette. È in analisi la creazione di un organo al vertice della Rete complessiva di tutte le Aree Protette, nazionali e regionali, al fine di promuovere interventi comuni, collegamenti strategici, sviluppo unisono di indirizzi in svariati campi, compresa la attività scientifica, di promozione, di educazione ambientale

6. Educazione Ambientale
Intendere la Educazione ambientale come il principale e più utile "momento di contatto" fra le Aree Protette e i cittadini, non solo quelli che vivono nei Comuni situati all'interno delle stesse. Una vera e propria opera di Cultura ambientale che, attraverso l'enorme patrimonio delle Aree Protette può e deve diffondersi sul territorio.

Area Protetta: Diverse  |  Fonte: Federparchi
Il Ministro Pichetto Fratin agli Stati Generali: i parchi sono un'opportunità, non un limite
 
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