Il progetto "Il vino del Minatore" nasce dalla collaborazione tra la Parchi Val di Cornia S.p.A. e le aziende vinicole del Campigliese, con lo scopo di valorizzare la storia del territorio anche attraverso una delle sue produzioni più tipiche, il vino. Questa terra ricca di minerali è stata "coltivata" nel corso dei secoli da contadini e da centinaia di minatori, che sono avanzati nelle sue viscere alla ricerca dei metalli, spesso a rischio della propria vita. Il racconto del loro lavoro è uno dei temi centrali del Parco archeominerario di San Silvestro e inizia nella miniera del Temperino, in una stretta galleria ottocentesca.
Le particolari condizioni microclimatiche della miniera, con una temperatura costante di 14°C, la rendono ideale per la conservazione del vino. Da qui l'idea di inserire in un contesto storico identitario un prodotto locale di qualità, per celebrare la terra e il lavoro fatto di fatica vera, quello che consolida il legame con i luoghi e che costruisce comunità.
Il luogo di conservazione
All'inizio del 1800 il territorio del Campigliese fu attraversato da decine di studiosi provenienti da tutta l'Europa per documentare e analizzare le caratteristiche di un territorio interessato da secoli di attività mineraria. Accompagnati da persone del luogo, ingegneri, geologi e naturalisti si calarono nei pozzi minerari di epoca etrusca, medievale, cinquecentesca e documentarono un mondo estremamente interessante dal punto di vista geologico e minerario. Ma soprattutto compresero che era necessario ripartire dal lavoro degli antichi minatori per sviluppare la nuova ricerca mineraria. La prima parte della Miniera del Temperino è stata scavata proprio in quel periodo, a riscontro di lavori minerari antichi. Dopo l'invasione napoleonica, molti francesi rimasero in Toscana per sviluppare vari progetti imprenditoriali. Nel 1841 la società "Bourlon, Noiret, Badois, Gavault & C." di Parigi, iniziò la coltivazione del giacimento di rame del Temperino. Nel 1858 fu chiamato alla direzione della miniera Frédéric BLANCHARD, diplomatosi all'École des Mines di Parigi. Blanchard riprese i vecchi lavori in sotterraneo, agevolandone l'accesso con un nuovo pozzo, il Fournet, che si raggiungeva attraverso una galleria, chiamata traversa Blanchard. L'ingresso ai vuoti antichi avveniva anche dalla parallela galleria del Temperino, attualmente visitabile. La traversa Blanchard, raro esempio di galleria mineraria armata a pietra, è ancora oggi visibile all'inizio del percorso in miniera, ed è stata scelta per le sue particolari caratteristiche come luogo di conservazione del vino del Minatore