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Parco delle Alpi Marittime |
Itinerari |
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Il rifugio Bozano: alla base dell'ArgenteraL'itinerario attraversa un bel bosco misto di conifere che ospita rare specie di uccelli e numerosi ungulati. Usciti dal bosco, come si aprisse un sipario, appaiono le imponenti pareti del versante occidentale dell'Argentera, del mitico Corno Stella, l'ultimo dei tremila delle Marittime ad essere conquistato, e della catena della Madre di Dio. Ai piedi del Corno Stella sorge il rifugio Bozano, ottima base per escursioni ed arrampicate.
Dal parcheggio del gias delle Mosche si torna verso valle lungo la strada per alcuni metri fino a incrociare sulla destra, subito dopo aver attraversato il rio dell'Argentera, la segnalazione del sentiero da percorrere. |
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Vallone di Lourousa: le pareti più alte delle MarittimePercorso che consente di godere di un panorama spettacolare sul versante nord est del Corno Stella: una muraglia verticale di gneiss alta 600 metri. Lambisce la base della parete il ghiacciaio di Lourousa, un lungo canalone salito nel 1879 dal reverendo americano W.A.B. Coolidge nel corso della prima salita dell'Argentera. Il rifugio Morelli, ottimo punto d'appoggio, è fronteggiato dalla parete nord-est del Monte Stella, che con i suoi mille metri è la più alta delle Alpi Marittime. Dal rifugio in breve si sale al Colle del Chiapous, sulla displuviale con la Valle della Rovina, da cui si scorge il grande lago artificiale del Chiotas.
Dal parcheggio a valle delle Terme si imbocca la mulattiera segnalata che attraversa il rio Lourousa e si inerpica nel bosco con lunghi e regolari tornanti. Raggiunti i ruderi del gias Lagarot 1917 m e superato un breve risalto si arriva al Lagarot di Lourousa. Superato il bivio per il bivacco Varrone si sale seguendo il sentiero sino al rifugio Morelli-Buzzi 2350 m. Proseguendo si raggiunge in circa mezzora il Colle del Chiapous 2526 m. |
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I ghiacciai del Monte GelàsStupenda escursione che ha per meta il ghiacciaio di Pagarì a pochi metri dal rifugio Federici-Marchesini e che offre punti di vista privilegiati sui ghiacciai Chiafrion, Maledia, Peirabroc e Clapier.
Da San Giacomo si segue la strada che s'inoltra nel Vallone di Moncolomb e si arresta al gias del Vej del Bouc sottano. Si prosegue per la mulattiera a destra che attraversa il torrente e poi continua a mezzacosta in direzione della testata del vallone. Con alcuni tornanti si eleva e si tralascia la diramazione segnalata per il bivacco Moncalieri. Una serpentina dalla buona pendenza supera il passo sottano del Muraion 2050 m. Poco dopo la mulattiera con moderata pendenza raggiunge l'abbandonato gias soprano del Muraion 2090 m e verso quota 2200 il bivio per il lago dell'Agnel. Si prosegue, a destra, con una lunga serie di svolte sino al rifugio Federici-Marchesini 2650 m e al ghiacciaio. |
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Colle di Fenestrelle: balcone su Gelàs e ArgenteraIn corrispondenza dellarea attrezzata del Lago della Rovina parte una strada di servizio per limpianto idroelettrico del Chiotas, da molto tempo abbandonata per problemi di frane e scariche di pietre. Sebbene in passato questo itinerario sia stato, per le sua moderata pendenza, il più frequentato dagli escursionisti per raggiungere la diga e il rifugio Genova, dopo i recenti interventi di pulizia e attrezzatura del vecchio sentiero, che sale direttamente in direzione dellinvaso, si consiglia di seguire questo secondo percorso, più ripido ma anche decisamente più sicuro. |
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Dai ghiacciai ai laghi |
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Lago di Nasta, il più in quota del ParcoE' il lago perenne più in quota del Parco e per questo sovente ricoperto di ghiaccio sino a stagione inoltrata. Si trova in un ambiente di alta montagna caratterizzato da cime e guglie, nevai ed estese pietraie frequentate dai branchi di stambecchi e dalle pernici bianche.
Si segue la rotabile di fondovalle sino al Pian della Casa 1760 m e si imbocca il sentiero segnalato, a sinistra, per il rifugio Remondino. Si tagliano, con un traverso, le pendici della Catena della Madre di Dio e poi si entra nel Vallone Assedras dove ci si eleva rapidamente con tornanti. Superato un rio su una passerella si giunge ad un bivio segnalato. Si lascia la deviazione per il Colle del Mercantour e si sale a superare di nuovo il rio. Attraversato un vecchio gias si acquista quota tra grossi massi, in seguito, dopo un traverso, si entra in un vallonetto contornando il roccione su cui sorge il rifugio. |
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I laghi della MerisL'acqua è l'aspetto più entusiasmante di questo percorso. La mulattiera si sviluppa seguendo quasi sempre il corso del rio che è un susseguirsi di cascate e pozze dall'acqua smeraldina fino agli splendidi laghi di origine glaciale che sono tra i più estesi del Parco. Il Vallone della Meris vi colpirà per il suo lungo sviluppo, il susseguirsi di ambienti diversi ed il contrasto tra i due versanti. Quello a sinistra roccioso con alte pareti come quella dell'Arcoulon punteggiata di pini cembri contorti, della Punta della Meris o del Monte Matto, mentre quello di destra è costituito da ampie praterie sorvolate dall'aquila reale e su cui pascolano i branchi di camosci e le greggi di pecore. L'escursione può essere spezzata in due giorni facendo tappa al rifugio Dante Livio Bianco che sorge sulle sponde del lago sottano della Meris.
Dal ponte sul rio Meris si sale con una stradina asfaltata tra le case del paese e ci si inoltra nel Vallone della Meris con la ripida mulattiera, a tratti lastricata, fino a tetti Paladin 1326 m. Con percorso meno erto si attraversa una faggeta e si raggiunge il pianoro del gias del Prato 1529 m, lo si attraversa e si sale al ripiano dove si trova il gias del Chiot 1700 m. Dopo alcuni tornanti si raggiunge un bivio presso l'emissario del lago sottano della Sella: per il ramo di sinistra si arriva in pochi minuti al rifugio 1910 m. A destra il sentiero prosegue tagliando a mezzacosta sopra il lago e poi con alcune svolte raggiunge una conca in cui si trovano i resti di un gias 2121 m. Una serpentina conduce ad un bivio segnalato dove si svolta a destra, per raggiungere il lago soprano della Sella 2329 m. |
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Laghi di FremamortaEscursione di rara bellezza che offre splendide vedute su vette e laghi. Spettacolare il colpo d'occhio sul grandioso versante occidentale della Serra dell'Argentera, con a sinistra di chi guarda le cime della Catena delle Guide e a destra quelle della Catena della Madre di Dio. Verso sud-ovest compaiono gli altri "tremila" del massiccio: Paganini, Nasta, Baus, Bastione e Brocan. I cinque laghi di Fremamorta disposti a catena in una conca glaciale sono contornati da rocce granitiche biancastre tra le quali si osserva con facilità, tra luglio e agosto, una minuscola viola endemica delle Marittime che prende il nome di viola argenteria. Non di rado in zona si possono vedere branchi di mufloni provenienti dal confinante Parc national du Mercantour.
Dalle Terme di Valdieri per la rotabile asfaltata del Vallone della Valletta si raggiunge il gias delle Mosche dove un cartello segnala, a destra, la mulattiera da percorrere. Si scende al torrente e lo si attraversa su di un ponticello. Il sentiero dopo un tratto a mezzacosta sale con una lunga serie di tornanti lungo le pendici della Rocca di San Giovanni. Dopo alcune svolte in pietraia si arriva alla conca glaciale in cui si trovano, uno d'infilata all'altro, i cinque laghi di Fremamorta. In alternativa al percorso di andata, per il ritorno, si può imboccare il sentiero, segnalato, che parte dal Lago soprano e scende al Piano della Casa 1743 m dal quale per la rotabile sterrata si torna al punto di partenza. |
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Gli specchi del Monte FrissonEscursione che tocca il bel lago inferiore del Frisson e il lago degli Alberghi. Particolarmente suggestiva è la vista sulla cima del Monte Frisson ardita e simile, per la sua forma piramidale, ad un "piccolo Cervino". Particolarmente interessante lungo il percorso è l'aspetto geologico: la prima parte si svolge su terreni calcarei dove l'acqua ha lavorato le rocce e penetra in profondità. Nella parte superiore il sentiero si svolge sul terreni di origine cristallina, poco permeabili, e quindi ricchi di acque superficiali.
Dalla piazzetta si segue la strada sterrata fino ad una curva dove diparte, a sinistra, la mulattiera per i laghi. Oltre un piccolo rio, si trova un bivio: si prosegue sul ramo di destra che dopo un tratto pianeggiante si inserisce nella gola e sale con erti tornanti. Dopo il sentiero principale segue il fondo del vallone e poi alterna brevi tratti in piano a ripidi strappi giungendo ad un bivio: si lascia il ramo di sinistra che porta al lago degli Alberghi (e che sarà utilizzato per il ritorno) e si segue sulla destra un sentierino che si inerpica con brevi tornanti sino al ripiano ove sorge un gias (1823 m). |
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Sentieri culturali e naturalistici |
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Sulle strade del re e di MussoliniQuesto percorso ad anello tra i laghi di Vallescura ed il rifugio Questa è da annoverare tra le grandi "classiche" dell'area protetta. I richiami principali sono i numerosi laghi che si toccano alla testata della valle e il Piano del Valasco, splendido pianoro anticamente occupato da un bacino lacustre su cui nell'800 Vittorio Emanuele II fece costruire una delle sue più suggestive case di caccia. Dal Piano dipartono numerose mulattiere che conducevano alle imposte di caccia, tracciati che negli anni Trenta Mussolini "riammodernò" per la fortificazione dei confini con la Francia. Fino all'inizio della guerra furono costruite casermette, bunker e strade che in molti tratti, come quella di arroccamento dei laghi di Vallescura, furono lastricate e scavate nella roccia per superare i tratti più impervi. Un patrimonio storico e di ingegneria militare unico sulle Alpi.
Dal centro di visita del Parco si segue la rotabile ex militare che si inoltra e si sviluppa sulla sinistra orografica del Vallone del Valasco. E' possibile abbreviare il percorso imboccando la mulattiera che diparte dal primo tornante della strada. Si attraversa il Piano inferiore del Valasco 1760 m e si sale al Piano superiore 1832 m dove si attraversa il rio. Lasciata una deviazione a sinistra la mulattiera si arrampica sino ad un bivio, presso un grosso larice, e si prosegue a destra raggiungendo il lago di Valscura inferiore 2274 m. Per il rifugio si sale a sinistra e poi per un'ampia mulattiera, a tratti lastricata, si arriva alle sponde del lago del Claus 2344 m. Dopo aver perso leggermente quota si devia a destra per giungere al rifugio Questa 2388 m che domina il lago delle Portette. |
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Colle delle Finestre passaggio di pellegrini e contrabbandieriIl Colle delle Finestre grazie alla quota relativamente modesta e alla facilità di accesso dai due versanti delle Alpi fu frequentato sin dall'antichità. Il toponimo di San Giacomo alla partenza dell'itinerario e documenti medioevali che attestano la presenza di un antico ospizio sul valico per assistere i pellegrini provano che questa era una via seguita per raggiungere il celebre santuario di San Giacomo di Compostella, in Spagna. Ancora oggi questo itinerario è utilizzato dalle popolazioni locali per i pellegrinaggi al Santuario della Madonna delle Finestre che si trova poco valle del colle sul versante francese. La via fu anche utilizzata nei secoli per il trasporto del sale dalla Provenza al Piemonte e nel periodo bellico per il contrabbando di animali, cibo e tabacco. A circa metà strada si può usufruire come punto di sosta del rifugio Soria.
Dalla foresteria del Parco si segue la strada sterrata che si inoltra nel bosco di faggio e sale al gias Isterpis 1381 m e al bivio per il gias della Siula. Si continua a seguire la strada che passa lo stretto intaglio del Passo di Peirastretta 1630 m, incrocia il bivio per il Colle delle Fenestrelle e in seguito raggiunge il Piano del Praiet. Il rifugio 1840 m si raggiunge velocemente seguendo il tracciato della strada. Per il Colle si continua in direzione della testata della valle, si sale per una serie di tornanti al bivio per la Pera de Fener e si prosegue a destra per la mulattiera principale che si sviluppa tra pietraie sino al Colle delle Finestre 2471 m. |
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Un mini trek di due giorni: Lanello del Monte Garbella |
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Da Trinità di Entracque a Palanfré
Dalla piazzetta su cui si affaccia il rifugio-albergo del Parco "Locanda del Sorriso" si imbocca la rotabile a sinistra (direzione Est; tacche GTA), che sale nel Vallone Grande. Dopo un breve tratto si trascura la diramazione, a sinistra, per Tetti Prer e si segue il ramo di destra che più avanti diviene un sentiero. |
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Da Palanfré a Trinità attraverso il Passo della Mena
Dalla piazzetta dellabitato si sale per la strada che passa a fianco della fontana e dopo una decina di minuti di cammino la si abbandona svoltando a sinistra per la mulattiera che si inoltra pianeggiante nel faggeto. Superato un piccolo rio, si trova ancora un bivio: si prosegue sul ramo di destra che si mantiene ancora pianeggiante sul pendio erboso superando altri ruscelli. Superato il gias Piamian (fontana e cartello) la mulattiera si inserisce nella gola chiusa, a sinistra, dalla Costa Lausea. Il tracciato, ripido, porta allimbocco del Vallone degli Alberghi dove la pendenza si riduce e permette allescursionista di godersi il magnifico ambiente circostante dove spicca, per la sua sagoma aguzza, il Monte Frisson. |
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Nota: |
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Sentieri naturalistici e culturali autoguidati |
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Sentiero dell'Ecomuseo della SegaleL'Ecomuseo della Segale, istituito dalla Regione Piemonte nel 1995, ha sede a Sant'Anna di Valdieri, unico centro abitato in permanenza all'interno del Parco. Filo conduttore dell'Ecomuseo, come esplicitato dalla denominazione, è la segale, cereale che nelle sue diverse utilizzazioni documenta, in qualità di fattore forte della cultura alpina, le svariate forme di adattamento dell'uomo ad un ambiente di vita molto ostile. Un sentiero parte dalla frazione e si collega a tetti Bariau e Bertola, due borgate ora disabitate, dove sono state ripristinate le coperture in paglia di segale di due fabbricati. Lungo il tragitto si potrà capire la fatica del camminare in salita, osservare i terrazzamenti su cui si coltivava la segale, le tipologie edilizie tipiche. Interessante anche l'aspetto panoramico che permette di avere una visione dall'alto dell'abitato di Sant'Anna e sulle montagna circostanti.
Dal negozio dell'Ecomuseo "I Bateur", in centro paese, si scende per alcuni metri sino ad imboccare la strada che conduce al cimitero dal quale s'imbocca il sentiero che porta a Tetti Bartola 1054 m. Il tracciato prosegue a mezza costa e passa a valle di alcune case. Si attraversa un rio e si sale con percorso faticoso a delle rocce ottimo belvedere sulle montagne circostanti. In discesa si continua per il sentiero che porta a Tetti Bariau (1154 m) dal quale si scende alla mulattiera del Vallone della Meris. Per questa, in discesa, si torna alla partenza. |
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Sentiero culturale La via di TéitIl percorso attraversa numerose borgate (téit = tetto), testimonianza della massiccia antropizzazione del passato, ora abbandonate e ridotte, per lo più, allo stato di ruderi. Queste borgate erano abitate stabilmente da consistenti nuclei famigliari con un tenore di vita molto povero derivante da un ciclo produttivo ed economico di pura sussistenza che utilizzava al meglio i beni che la natura metteva a disposizione. Percorrendo "La via di Téit" l'escursionista compirà un vero e proprio viaggio nel passato, scoprendo le tracce di uno sfruttamento capillare, ma nello stesso tempo rispettoso delle risorse che la montagna offriva ai suoi abitanti.
Da Vernante si percorre la provinciale della Val Grande sino ad un'area attrezzata (bacheca parco). Dopo 200 metri si lascia la strada e si svolta a destra per una sterrata. Lasciato una deviazione a destra si prosegue sino al termine della pista e si prosegue su sentiero raggiungendo Tetti Colletta 1226 m (di qui un sentiero segnalato scende alla provinciale per la quale si torna al punto di partenza). L'itinerario supera l'intaglio della Bercia 1231 m e raggiunge i Tetti David e poi i Tetti Bertaina. Si attraversa il Vallone Cornalè e superata la displuviale si entra nel Vallone Pioccia, dove s'incontrano i Tetti Doni 1482 m. Ad un bivio si lascia la deviazione a destra e si prosegue sino alla fontana di Saut 1410 m poco oltre la quale si trova la seconda variante che permette di interrompere l'itinerario. Continuando invece si superano il Vallone Franco e la fontana Gialina. Giunti a Tetti Cucet 1505 m si scende sulla provinciale, che si raggiunge in località "Ruina", e la si segue fino alle case di Palanfrè. |
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Sentiero naturalistico Terme di ValdieriIl sentiero naturalistico delle Terme di Valdieri si trova all'interno del giardino botanico Valderia (ingresso euro 2,50). Si sviluppa per circa un chilometro ed è organizzato con 24 punti di sosta numerati che fanno capo ad un opuscolo in vendita all'ingresso del giardino. Questo percorso naturalistico consente attraverso una passeggiata ad anello nel bosco misto di latifoglie e conifere, alle pendici delle vertiginose pareti granitiche della Rocca sottana di San Giovanni, di apprezzare e conoscere gli elementi che costituiscono e caratterizzano un ambiente tra i più significativi dell'area protetta.
Dal casotto del giardino botanico inizia il sentiero segnalato che dopo un tratto pianeggiante s'inoltra nel bosco e raggiunge in salita il punto di sosta numero 11 a 1442 m, il più in quota del percorso, da questo punto comincia la discesa che riporta al punto di partenza. |
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Sentiero natura del Bosco di FaggioPercorso ad anello intorno al Bosco bandito di faggio di Palanfré attrezzato con pannelli di riconoscimento di alberi ed arbusti. Il sentiero costituisce una bella passeggiata in grado di offrire anche incontri con i numerosi abitanti della faggeta. La camminata è particolarmente suggestiva nel periodo primaverile e autunnale per i colori ed i giochi di luce che si creano all'interno del bosco.
Dal parcheggio a valle dell'abitato si seguono le indicazioni del sentiero e dopo un tratto pianeggiante si sale a sinistra. e per una mulattiera in piano si attraversa un bosco misto di latifoglie. Attraversata una conca pascoliva si raggiunge un dosso panoramico dove si incontra la pista che serve gli alpeggi. Attraversatala, si sale un breve pendio e quindi si scende raggiungendo il bosco di faggio nella parte in cui si possono ammirare gli esemplari più vecchi. Sempre in discesa si raggiunge nuovamente la pista che si segue sino a Palanfrè. |