Intervento sul lago di Nemi per rimuovere la pianta alloctona invasiva
(Rocca di Papa, 10 Set 12) Il Parco dei Castelli Romani è periodicamente impegnato in azioni sul territorio che hanno a che fare con i piccoli e grandi problemi concreti legati alla conservazione della natura. L'operazione "Fiore di Loto", che prevede la rimozione della pianta alloctona invasiva, è una delle azioni esemplari fra quelle più strettamente connesse con il mantenimento e la difesa della biodiversità, ed è un caso tipico dei pericoli che la flora e la fauna corrono a causa di comportamenti apparentemente innocui.
Il fiore di loto, seppur romantico e lussureggiante è, infatti, un elemento estraneo alla vegetazione dell'area castellana (proviene infatti dall'Asia), oltre ad essere una pianta estremamente infestante (si diffonde e si moltiplica con estrema facilità e in tempi rapidissimi). Questo significa che non solo è a rischio il panorama, minacciato dall'espandersi di piante alloctone, ma ci sono rischi anche per gli animali e tutti i microrganismi che vivono nel lago.
"L'introduzione di specie esotiche è uno dei maggiori fattori di rischio a livello mondiale per la conservazione della biodiversità - commenta il Commissario Straordinario del Parco, Matteo Mauro Orciuoli - numerosi documenti europei e internazionali danno indicazioni per la limitazione della presenza di queste specie. L'operazione "Fiore di Loto" permetterà di ristabilire il corretto equilibrio degli ecosistemi acquatici del lago".
I Tecnici del Servizio Tutela ambientale del Parco dei Castelli Romani hanno individuato una ditta specializzata, la Ecoservice, per lo svolgimento delle operazioni di sfalcio, che saranno ripetute ciclicamente fino alla completa rimozione della secie. L'operazione si svolge con la collaborazione dell'INSEAN (Istituto Nazionale per Studi ed Esperienze di Architettutra Navale) di Nemi che ha messo a disposizione l'approdo e con il comune di Nemi, che si occuperà dello smaltimento del materiale vegetale sfalciato.