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L'Ente Parco non ha competenze sulla gestione del Canale allacciante delle Vene e gestisce al meglio le Valli di Comacchio

Non ci sono verità in quanto dichiarato da alcune Cooperative di molluschicoltori che hanno concessioni nel Canale allacciante delle Vene

(Comacchio, 27 Giu 24) Le paratoie idrauliche della Stazione da Pesca Bellocchio, nelle Valli di Comacchio, non sono affatto tombate. La gestione del manufatto idraulico viene effettuata per raggiungere gli obiettivi stabiliti dal Piano di Gestione delle Valli di Comacchio, approvato dalla Regione Emilia-Romagna, per mantenere bassi i livelli idrici e la salinità. Entrambi gli obiettivi sono molto difficili da perseguire: il primo influenzato dalla subsidenza che ha molto abbassato il fondale delle Valli di Comacchio negli ultimi 50 anni; il secondo perché le prese di acqua dolce dal fiume hanno portata insufficiente per un bacino esteso come le Valli e, per di più, la Regione non autorizza l'Ente Parco a prelevare acqua dal fiume nel periodo dal 1° maggio al 31 ottobre.

Dati questi elementi di base, la gestione delle paratoie è stata effettuata, in stretta sinergia con l'Associazione Libera Caccia, con la finalità di mantenere bassi i livelli, aprendole per scolare in occasione di tutte le basse maree e chiudendole per non lasciare entrare acqua salata in occasione di tutte le alte maree.

Interpellato dalla Cooperative, il direttore del Parco Massimiliano Costa, ha illustrato le motivazioni scientifiche che sostengono questi due obiettivi, ossia il ripristino e il mantenimento delle caratteristiche ecologiche idonee all'habitat tipico degli stagni salmastri costieri come le Valli di Comacchio, caratterizzati da salinità medio-bassa (20/25) e livelli idrici attorno ai 50 cm, per favorire le praterie di fanerogame (oggetto anche di un progetto LIFE finanziato dall'Unione Europea), le anguille (anch'esse oggetto di un progetto LIFE) e gli uccelli acquatici. Fondamentale, poi, è il ricambio idrico, garantito dall'ingresso di acque dal Reno e dall'uscita dalle due stazioni da pesca di Foce e Bellocchio.

"L'Ente Parco - specifica Costa - gestisce direttamente le Valli di Comacchio ed ha un obbligo di conservazione di questo straordinario ecosistema davanti all'Unione Europea, allo Stato e alla Regione, nonché al Comune di Comacchio, che ne è proprietario, ma non ha alcuna competenza in materia di gestione o mantenimento dell'equilibrio dei canali esterni a questo sistema, come è il caso del canale allacciante delle Vene, che collega il canale Logonovo al canale Bellocchio; quel canale è di proprietà e in gestione alla Regione Emilia-Romagna. Il canale delle Vene non è un ecosistema idoneo all'allevamento delle vongole veraci, a differenza del canale Logonovo o del canale Navigabile, poiché non è soggetto a flusso e deflusso di marea, condizione importantissima per le vongole veraci, non a caso definite specie lagunari ed estuariali e ottimamente allevate in questi ultimi due canali e nella Sacca di Goro".

"Venendo al tema di Valle Zavelea - aggiunge il direttore - tirato in ballo dalle dichiarazioni delle Cooperative, anche in questo caso le spiegazioni scientifiche sono state ampiamente fornite lo scorso anno, ma evidentemente, come quelle relative alla gestione delle paratoie di Bellocchio, non sono arrivate a segno. Valle Zavelea deve essere asciugata ogni anno per cambiare l'acqua, evitare la concentrazione di nutrienti, inquinanti e sali dovuta all'evaporazione e permettere l'ossigenazione e l'ossidazione dei fanghi, per evitare il formarsi di solfuri o lo sviluppo del botulino. La stessa manovra è stata effettuata nel 2021, 2022, 2023 ed è già in corso in questo 2024 perché è scientificamente e tecnicamente ineccepibile. Probabilmente qualcuno, nel 2023, ha voluto tentare di mettere in difficoltà l'Ente Parco, spargendo ai bordi della valle una decina di anguille trovate morte altrove ed inviando un esposto alle autorità di Polizia Giudiziaria, le cui indagini, tuttavia, hanno appurato la corretta condotta dell'Ente".

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