Conferenza Tra Acque e Pietre: i primi abitanti delle sorgenti del fiume Sile
Vedelago, Biblioteca Comunale, Mercoledi 17 giugno 2015, ore 20:45
(Treviso, 16 Giu 15) Mercoledi 17 giugno 2015 alle ore 20,45, presso la sala riugnioni della biblioteca comunale di Vedelago si terrà la Conferenza "Tra Acque e Pietre: i primi abitanti delle sorgenti del fiume Sile", relatori la dott.ssa Federica Fontana, il dott. Paolo Mozzi e il dott. Davide Visentin. Il progetto è svolto dall'Università degli Studi di Ferrara in stretta collaborazione con l'Università di Padova, Parco Naturale del Fiume Sile e i Musei Civici S. Caterina di Treviso.
Il progetto "Tra Acque e Pietre" è finalizzato a indagare le tracce del più antico popolamento dell'area delle Sorgenti del Sile, ambiente dall'enorme potenziale informativo per la ricostruzione della frequentazione umana in epoca preistorica.
In particolar modo, l'instaurarsi in questa zona del sistema di risorgive al termine dell'ultima glaciazione ha costituito un elemento di forte attrazione per gli ultimi gruppi di cacciatori-raccoglitori-pescatori preistorici (epoca nota come Mesolitico – tra circa 12.000 e 7.000 anni fa), permettendo un'intensa occupazione dell'area, come attestato dal ritrovamento, sin dagli anni '80 del secolo scorso, di migliaia di manufatti in pietra scheggiata, affioranti dalle superfici dei campi arati tra Vedelago e Piombino Dese. Tali scoperte attestano come le "zone umide" abbiano rappresentato per queste popolazioni un ambiente ottimale dal punto di vista economico, per la loro ricchezza in termini di risorse vegetali e animali.
Le ricerche archeologiche sono state avviate nel 2011 con l'obiettivo di ricostruire i diversi aspetti del popolamento antropico preistorico: dalla definizione dell'antico paesaggio alla sussistenza dei gruppi umani, dalle strategie insediative alla mobilità sul territorio. Le indagini sul campo, che prevedono la raccolta sistematica dei manufatti affioranti in superficie, oltre a carotaggi e sondaggi stratigrafici, si svolgono nell'ambito di una convenzione firmata dall'Università di Ferrara con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto e su concessione del MIBACT, grazie ai finanziamenti della Regione Veneto.
