(Treviso, 02 Ott 17) Il Progetto LIFE SILIFFE, cofinanziato dalla Commisione Europea attraverso il Programma LIFE, sta per realizzare alcuni interventi a favore della fauna acquatica autoctona finalizzati al ripristino della biodiversità e in particolare delle specie ittiche di interesse comunitario come la trota marmorata (Salmo trutta marmoratus) (Allegato II Dir. 92/43/CE), segnalati nel SIC IT3240028 e nella ZPS del fiume Sile IT 3240011 e come il temolo (Thymallus thymallus), specie importante di interesse conservazionistico elencata nel DPR 357/97 e DPR 120/003, presente nella Lista Rossa IUCN come "in pericolo" e segnalata dalla Regione Veneto come indicatore per le ZSC. In aggiunta a queste si interverrà sulla specie Austropotamobius pallipes, Cottus gobio e Lampetra zanandreai.
Un primo intervento sarà costituito dalla rinaturalizzazione di un tratto di circa 300 metri (circa 150 m per ciascuna sponda) del Taglio del Fiume Sile in località Fossa Storta, da circa 50 m a monte del ponte esistente fino a valle del confine provinciale, in comune di Vedelago (TV). Di seguito si riporta la localizzazione della zona prevista di intervento.
Su questo tratto, ora completamente rettificato e banalizzato dopo gli interventi di regimazione idraulica, onde favorire il ricrearsi di habitat idoneo alle specie target di progetto e quindi volto anche alla salvaguardia delle stesse specie di interesse comunitario, si effettueranno degli interventi mediante la posa in opera di deflettori di corrente, realizzati con materiale completamente naturale che assolveranno le seguenti funzioni per queste specie:
• indirizzare la corrente in habitat-chiave, ad esempio in ricoveri sottosponda;
• favorire, con il loro posizionamento alternato, la formazione di una meandrizzazione;
• restringere e approfondire l' alveo;
• favorire la formazione di buche e raschi aumentando la diversità della comunità bentonica;
• mantenere le buche, incrementando localmente la velocità della corrente;
• ripulire da depositi fangosi i siti ghiaiosi di ovodeposizione dei pesci e le aree critiche per la produzione dei macroinvertebrati;
• ridurre l'erosione in punti critici;
• agire come barriera per mantenere a valle dei deflettori, presso la riva da essi protetta, un'area con bassa velocità di corrente;
• stimolare la formazione di barre, favorendo lo sviluppo della vegetazione riparia;
• mantenere temperature dell'acqua più basse (incrementandone la velocità).
Gli effetti di maggior rilievo ecologico sono l'aumento locale della velocità della corrente (un processo autopulente che rimuove i depositi fini dal substrato) e la formazione di una buca a valle del deflettore, seguita a breve distanza da una barra. I deflettori, inoltre, fungono inoltre da elementi di ombreggiatura, zona rifugio, zona riproduzione di cibo, realizzazione di microhabitat, aumento della diversità e del disordine ambientale, indispensabile per favorire la biodiversità.
I deflettori di corrente sono uno degli accorgimenti tecnici più ampiamente impiegati per migliorare l'idoneità ambientale, soprattutto per l'ittiofauna, essendo economici, di semplice costruzione, facilmente modificabili per adattarli alle condizioni del sito possono essere realizzati mediante l'utilizzo di materiali naturali. Nel nostro caso si opta per un deflettore a massi con pali e fascinate.
La forma dei deflettori sarà allungata (a molo obliquo rispetto alla corrente) e triangolare; per evitare il danneggiamento della struttura stessa e della sponda opposta, l'elevazione del deflettore non supererà più di 15-30 cm il livello idrometrico di magra; l'angolo del margine frontale con l'asse del corso d'acqua non supererà i 45°; per regolare l'angolo appropriato, prima di installare la struttura definitiva, si posizioneranno deflettori provvisori e mobili, costituiti da tavole incernierate e da sacchi di sabbia, il che permetterà di capire le variazioni del flusso della corrente.
La scelta dell'utilizzo dei deflettori, quali strumento di rivitalizzazione ecologico funzionale, è particolarmente indicato per questo tratto di fiume Sile, caratterizzato da acque poco profonde e con debole pendenza, prive di buche e di ripari per pesci. I deflettori saranno bassi, come buona norma prudenziale, e quindi funzionanti in tutti i periodi idrologici anche se trattandosi di un corpo idrico di risorgiva le portate sono abbastanza costanti. Essendo il tratto da rinaturalizzare rettilineo, saranno allocati deflettori alterni sulle sponde opposte, distanziati 5-7 volte la larghezza dell'alveo, in modo da indurre un andamento sinuoso naturale della corrente; per esaltare la qualità dell'habitat, sul margine di valle del deflettore verranno ancorati arbusti o sporgenze che forniranno ottimi ripari coperti per pesci.
In questo tratto, la cui geologia descrive una discreta componente sabbiosa, nonostante la rettificazione e le portate che, data la natura del fiume tipicamente di risorgiva, non hanno forti escursioni, si assiste a dei lievi fenomeni di erosione spondale che potrebbe essere acuita con la posa dei deflettori. Per ovviare a tanto si procederà a stabilizzare le sponde con graticciata di ramaglie, traverse a cespuglio nei casi più difficili, o eventualmente piccoli sistemi di arce in legno. Nel dettaglio, nelle zone di erosione, che potenzialmente sono quelle posizionate sulla sponda opposta al punto di posizionamento del deflettore si interverrà disponendo strati alterni di fascine e materiale sassoso e terroso (quest'ultimo potrà essere rappresentato da una porzione dei limi di deposito presenti sul tratto fluviale oggetto d'intervento). Nei singoli strati i rami delle fascine vengono disposti incrociati ad angolo retto. Le parti più fini del materiale litoide penetrano negli interstizi delle fascine contribuendo a fondere il tutto in un corpo omogeneo. Infine tutto viene stabilizzato dalla posa di bastoni di salice, le cui radici si intrecciano durevolmente con la graticciata.
Alla fine si costituirà un mantello compatto di cespugli con tutte le funzioni proprie della fascia ripariale.
Associato al deflettore si utilizzerà un altro dispositivo adottabile negli alvei piatti, al fine di aumentarne l'idoneità ambientale per l'ittiofauna, costituito dall'introduzione di ricoveri per pesci, Il valore ambientale dei ricoveri sottosponda, quali sponde sottoescavate, radici arboree sommerse, tronchi caduti in acqua, è ampiamente documentato nella letteratura. Il ricovero artificiale sarà realizzato nel corpo del deflettore lasciando cavità entro i dispositivi posti in alveo.
Nella considerazione che il tratto da rinaturalizzare ha un lunghezza pari a 300 metri lineari (150 m su ciascuna sponda), il numero dei deflettori da porre in opera secondo i dettami sopra esposti è di 6, di egual numero sono previste le graticciate.
Saranno inoltre ricreati dei letti di frega per la trota marmorata ed il temolo. Queste opere saranno allocate subito a valle dei deflettori in sponda opposta, nei punti di maggiore velocità di corrente in modo tale da assicurare il non intasamento degli interstizi ed una buona ossigenazione del materasso ciottoloso. I letti di frega artificiali saranno 6 e verranno realizzati mediante la posa in opera di substrati costituiti da ciottoli con granulometria compresa tra i 6 e 70 mm e con una presenza di sabbia inferiore al 5% in volume. Le dimensioni saranno di 50 m2 l'uno, per una profondità di 30 cm; è ipotizzabile anche una stabilizzazione del letto ricostruito mediante posa di piccoli massi al piede.
Alla progettazione esecutiva sarà propedeutico uno specifico studio idraulico. Di seguito si riporta uno schema esemplificativo della rinaturalizzazione prevista.
Questo complesso intervento di ricomposizione ambientale rappresenta un azione pilota, così come le altre previste dal progetto azioni concrete (C2 e C3) che nel tempo potranno essere estese ad altri tratti del fiume Sile con le medesime caratteristiche di degrado morfo funzionale.