L'uomo utilizzò miele e cera sin dalla preistoria (7000 a.C. Circa)
prelevandolo da nidi costruiti in cavità di alberi o in anfratti tra le
rocce. Innumerevoli reperti archeologici testimoniano che l'apicoltura
era tenuta in grande considerazione presso tutti i popoli antichi,
dagli Egiziani che spostavano gli alveari su imbarcazioni per sfruttare
le fioriture scalari lungo il corso del Nilo, ai Greci che, con
Aristotele, tentarono di interpretare i fenomeni biologici della
società delle api.
La produzione del miele è legata alla
presenza delle api sul territorio, alla loro distribuzione e al loro
stato di salute .
E' legata altresì alla qualità dei fiori da cui gli insetti traggono il preziosissimo nettare.
In Umbria, una delle regioni con il basso tasso di inquinamento
atmosferic, dovuto si alla scarsezza delle industrie, che alla bassa
densità della popolazione, il miele non può che essere della migliore
qualità ed esprimere al massimo le sue doti nutrizionali e terapeutiche.
Nel parco dello STINA è presente la produzione di miele delle seguenti varietà:
Il miele millefiori è quello più generico: è prodotto in primavera con diversi tipi di
fiori. E' liquido e generalmente ha un colorito che tende all'arancio.
Nei mesi di novembre e dicembre comincia a cristallizzare diventando,
quindi, sempre più solido. E' molto richiesto dalle persone anziane.
La melata è un miele di bosco: è ricavato dalla linfa delle piante. E' denso,
dolce, molto scuro e non cristallizza. La sua qualità è ottima.
Il miele di castagno è un miele liquido, scuro, con un retrogusto leggermente amaro. Non
cristallizza. E' molto usato, nelle degustazioni, in abbinamento con i
formaggi piccanti.
Il miele d'acacia è il più richiesto
tra i mieli tradizionali. E' chiaro, bellissimo a vedersi, dà un'idea
di perfezione. E' molto dolce e non cristallizza. E' il miele più
adatto ai bambini. E' squisito degustato in abbinamento a formaggi poco
stagionati e ad alimenti poco piccanti.