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Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili

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Lettera aperta al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Economia e delle Finanze

Taglio dei parchi: grave colpo alla natura e al turismo d'Italia

(29 Luglio 2010) 2010: anno internazionale della biodiversità; nei primi cinque  mesi dell'anno si sono susseguiti gli incontri pubblici sul tema, fino alla presentazione, il 22 maggio 2010-  alla presenza del Presidente della Repubblica - della Strategia Nazionale per la Biodiversità, dove  le aree protette sono definite strumenti fondamentali  ed irrinunciabili per le strategie di conservazione della biodiversistà e del mantenimento dei processi ecologici del pianeta, riconoscendo la necessità di rafforzare il loro ruolo.
 Eppure, quasi contemporaneamente, la manovra finanziaria entrata in vigore il 31 maggio scorso ha previsto un dimezzamento dei finanziamenti ai parchi. Un taglio devastante, ma anche inaspettato. 
 Solo pochi mesi prima con la legge 25/2010 il governo aveva definitivamente escluso i parchi dalla norma tagli enti  - fornendo una interpretazione autentica dell'art. 26 del DL 112/2008 - ovvero non solo dalla soppressione ma anche dalla necessità di riordino, riconoscendo, pertanto, la figura e il ruolo dei parchi. Il dimezzamento dei finanziamenti comprometterebbe  totalmente il funzionamento di enti che operano già con scarsissime risorse, umane e finanziarie. Né avrebbe senso, come viene ventilato, rendere i parchi economicamente autosufficienti: ciò non avviene nemmeno per la Cappella Sistina o gli Uffizi (per non dire del Parco dello Yellowstone).
 Tutte le riserve e i parchi nazionali costano oggi, infatti, appena un caffè all'anno per ogni italiano. Un costo irrisorio quindi ma che, non senza problemi, consente di attuare fondamentali politiche, anche comunitarie, di conservazione e sviluppo sostenibile nei luoghi di maggior pregio ambientale d'Italia. Non una spesa passiva, quindi, bensì un investimento in grado di generare un significativo indotto principalmente legato al turismo e di cofinanziare importanti progetti comunitari, facendo giungere cospicue somme di denaro nel nostro Paese. 
 Se tale taglio dovesse essere malauguratamente confermato, i parchi esisterebbero solo sulla carta oppure, come ha dichiarato il Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, si sarebbe costretti a chiuderne la metà per consentire agli altri di sopravvivere. Quale sarebbero, allora, le conseguenze? 
 La fauna, i boschi, il paesaggio, le coste e l'acqua nelle aree naturalisticamente più importanti d'Italia (si pensi a Stelvio,  Dolomiti Bellunesi, Cilento, Gran Sasso, Abruzzo, Sibillini, Gran Paradiso, Foreste Casentinesi, Gargano, Arcipelago Toscano, Aspromonte e molte altre) sarebbero esposte al saccheggio di speculatori e potenti multinazionali, nonché di bracconieri ed ecomafie. Il turismo calerebbe. Numerosi animali  già a rischio come l'orso bruno, il camoscio appenninico, la lontra e il capriolo italico, sarebbero con molta probabilità destinati all'estinzione. Si aprirebbero altre pesanti procedure di infrazione da parte dell'Unione Europea.
Mentre scriviamo è in corso al Senato il dibattito sulla conversione del decreto legge sulla manovra finanziaria. Le associazioni ambientaliste e quelle che operano nell'ambito dei parchi all'unisono hanno manifestato fortissima preoccupazione per la grave situazione e hanno chiesto una modifica della norma che porterebbe al dimezzamento dei finanziamenti ordinari al parchi. E' necessario per la salvaguardia  del nostro Paese;  lo richiedono gli impegni internazionali e comunitari in materia di salvaguardia ambientale; lo richiede la Strategia nazionale della biodiversità messa a punto dal Ministro dell'Ambiente (versione ultima del 18.6.2010). 
 L'Associazione nazionale del personale delle aree protette, rivolge pertanto un ulteriore accorato appello al Governo e al Senato affinché vangano salvati i parchi e le riserve nazionali, ultimi baluardi nella difesa dell'ambiente! 

Fonte: Associazione Nazionale Dipendenti Aree Protette

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