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Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi

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Parchi di una sola Terra alla conferenza GWS in USA

(Feltre, 02 Mar 11) Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi ed AIDAP parteciperanno al convegno mondiale biennale dei direttori di area naturale protetta organizzato dalla George Wright Society a New Orleans in marzo: www.georgewright.org/gws2011

Sarà illustrata l'esperienza di valorizzazione dell'agricoltura di montagna e il progetto Carta Qualità per lo sviluppo di una economia sostenibile legata al progetto di tutela ambientale del Parco.

Nino Martino illustrerà anche l'esperienza del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga che ha vinto un importante contezioso contro una grossa società che aveva impugnato la procedura di rilascio del marchio del Parco.

Il tutto sarà inserito nella cornice di valorizzazione delle esperienze dei parchi nazionali italiani illustrati nel volume "Parchi di una sola Terra".

Pubblichiamo un commento sul volume di Nino Martino, scritto da don Gigetto De Bortoli.

Carissimo Nino,
non ho letto o guardato il libro "Parchi di una sola terra". L'ho annusato, gustato, ascoltato, perfino leccato con lo sguardo. Hai fatto qualcosa che va oltre la bellezza estetica, consueta nei libri illustrati a stampa. È qualcosa che ti immerge dentro una realtà.
Realtà che ho vissuto andando per monti, strade e mare con tanti giovani, nella mia veste di assistente del Centro Turistico giovanile e dell'Agesci, protagonista un tempo delle "vacanze globali". E per vacanza globale significava e significa andare in un posto dove non c'è proprio nulla. E viverci là per 10 o 15 giorni, ridotti allo stato ...brado. Dove si porta il minimo indispensabile e dove magari, per una risacca, raccogli con la pala chili e chili di gamberetti invischiati nella melma e prossimi alla morte. Quindi conseguenti mangiate, inattese e prelibate.
Vedi, vedere un cardo illustrato è del tutto diverso, se su quel minuscolo cardo ti sei seduto per distrazione, nel momento di mangiarti un panino-, costretto a un'imprecazione. Vedere le righe provocate sul calcare dall'erosione delle piogge, acide e non acide, dà un sensazione del tutto diversa se ci hai messo sopra le mani. Mi capitò che per distrazione inciampai e mi salvai la faccia mettendo giù le mani. Le riebbi indietro tagliuzzate e crivellate dalle creste di quei "fiumini" di pietra taglienti come lame. Mi trovai sporco di sangue da ogni parte.
Per questo quando vedo le immagini del tuo libro, non guardo ma assaporo con tutto me stesso, come quando uno ci si trova dentro e deve pur mangiare qualcosa per sopravvivere. Osservando, spessissimo mi sono trovato a trasfigurare. Infatti le immagini sono quasi sempre e quasi tutte solari, dai colori caldi, con tutte le varianti possibile di verde, come natura comanda.
La natura è vita e la vita è verde. Ma la natura è pure dramma e perfino capace di produrre terrore e pazzia.
Non sto scherzando. Nel nostro bel parco, in un percorso scout e pernottamento, ho rischiato di perdermi con una decina di ragazzi, quando ci sorprese la notte e la nebbia. Negli anni Settanta c'erano ancora dei sentieri, più o meno calcati, partendo dai Castelli o da Agre, per addentrarsi nelle zone impervie tra gli attuali sentieri 871 e 874. Contavamo, da giovani sicuri e spavaldi, sacco in spalla, di vincere ogni ostacolo. Però madre natura può diventare di colpa una matrigna gelosa e vendicativa.
Era maggio, partimmo con un cielo splendido al mattino ma nel pomeriggio il cielo si coperse e sopraggiunse prima una pioggerellina e poi nebbia. Il programma era procedere diritti, il più possibile, uscendo dai sentieri e puntando sui Feruch. Ci trovammo del tutto senza orientamento, bagnati come polli, in mezzo a frasche di ogni tipo, alberi caduti e aggrovigliati l'uno sull'altro, incapaci di trovare qualsiasi brandello di sentiero . Classico, si rifiniva nello stesso posto invece che procedere, e si ritentava. Il regno del Parco delle Dolomiti è ancora caratterizzato dal ciclo naturale degli alberi che si aggrovigliano, nascono, crescono, invecchiano e muoiono senza che siano stati visti o apprezzati o usati.
Ad un certo punto ci fermammo. Ci guardammo negli occhi, dentro una mezza conca di roccia sporgente, che non saprei oggi ritrovare, e decidemmo: in questo posto possiamo anche pernottare, se occorre. Dunque c'è un posto fisso di riferimento. Da qui si parte o non si parte. Uno resta qui e gli altri procedono uno dopo l'altro, fermandosi ancora uno dopo l'altro a distanza di voce. Per paradosso, la decisione condivisa ci rese lucidi rispetto allo smarrimento impaurito precedente. Al quarto fermo, un ragazzo urlò: "ho trovato un pezzo di sentiero". Pur nella nebbia avevamo superato una piccola sella, che proteggeva la roccia sporgente, senza alcun dubbio usata per qualche ricovero protettivo di animali. Quella
specie di sentiero, o supposto tale, perché era un po' più facile percorrerlo, tracciato chissà quanto tempo prima dal passaggio di persone e animali ci tragittò, non senza rischi, in Val Pegolera.
Questa meravigliosa natura può diventare terribile. Né impedisce incontri d'un certo tipo, un incontro definitivo, come successo a don Francesco Cassol, sotto un cielo stellato, nella deserta Piana delle Murge. Si tratta di un aspetto che non riesco a evitare d'incontrare di fronte alle meravigliose illustrazioni del volume.
Che cosa apprezzo del volume, oltre la struttura precisa, metodica e la tematica ricchissima di contenuti, come la tua passione ed esperienza professionale esige?
La presentazione di tante piccole umilissime cose, se si vuole insignificanti, ma che hanno una storia vitalissima in sé.
Gli infiniti particolari raccolti. Tanti da stupire. Credo che la cosa più bella, ben riuscita, sia proprio quella di raccogliere e allineare le specificità dei vari parchi. Sei stato eccezionale in questo. Mi sono ritrovato in quello Bellunese, si capisce.
L'attenzione agli animali, a ognuno dei quali fai assumere una personalità quasi umana. Anche questo mi pare straordinario.
Il cibo, il cibo unico e spesso sorprendente per il colore con cui si presenta, capace di creare quindi un rapporto di consonanza su ciò che attira l'animale e l'animale uomo. Non solo gusto ma vista e bellezza nella vista. La chiamo la bellezza metafisica del desiderio, quella che collega alla necessità di vivere resa possibile solo col mangiar dei cibi e sorbir bevande. Necessità che se negli animali è pasto, diventa cultura e consapevolezza del cibo che fa storia, vita comune e tante altre cose.
Nella mia fantasia ho coltivato il desiderio di poterli visitare uno ad uno i parchi da te descritti. Chissà! Il lavoro mi tiene inchiodato ventiquattrore su ventiquattrore nelle relazioni di ascolto e di servizio agli altri. Però per qualche Parco, quello delle Cinque Terre e del Gran Sasso ad esempio, un pensiero ce l'ho fatto. E proprio dai confronti è venuto fuori quello che ritengo il vero problema, tutto italiano, e cioè le modalità di accoglienza e i centri di accoglienza dedicati. Ho visto, nelle tue precise annotazioni, che ci sono diversità incredibili e volte in loco non si trovano le indicazioni ricettive. Questo è forse il neo italiano del sistema Parchi, che non ha niente a che fare con il tuo bellissimo catalogo.
Mi viene da te passione e amore per la natura, frutto e conseguenza della bellezza e della Natura di Dio Creatore. Senza dubbio è amante del bello, senza alcuna condizione o ostacolo, fino ad entrare dentro le fibre di corolle di fiori che magari nessun umano mai vedrà. Per rendergli testimonianza.
Sono felice di dirti e stimarti narratore e testimone di questa Bellezza inenarrabile che è Dio.
Con un caldo abbraccio e tanti Auguri di Buon Natale e un Felice Anno Nuovo di salute e di vita piena.

Belluno, 6 dicembre, giorno di S. Nicolò, da noi portatori di doni.

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Parchi di una sola Terra alla conferenza GWS in USA
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