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Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi

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E' uscito "FRAMMENTI" Conoscere e tutelare la natura bellunese

Numero 3, Aprile 2011

(Feltre, 14 Apr 11)
Puntuale, ad aprile, esce il terzo numero di FRAMMENTI, la rivista scientifica annuale, edita dalla Provincia di Belluno in collaborazione con il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e il Parco Naturale delle Dolomiti d'Ampezzo, che accoglie i contributi degli studiosi degli aspetti naturalistici e archeologici del territorio della provincia di Belluno.
FRAMMENTI è una rivista specialistica, rivolta in particolare agli appassionati di natura, archeologia e storia, a studenti, tecnici, insegnanti e studiosi.

Il terzo numero contiene nove articoli, descritti brevemente di seguito, mentre nelle pagine finali sono collocate la rassegna delle pubblicazioni e la rubrica ricerche in corso che informa il lettore su alcune delle attività di ricerca che sono in fase di svolgimento.

    Il volume apre con un articolo, scritto a più mani da Carlo Argenti, Michele Da Pozzo, Cesare Lasen, Giovanni Roffarè e Gianni Sburlino, che segnala la presenza di una stazione di Anthyllis montana sulle pendici meridionali del Monte Dolada in Alpago. Si tratta di una rara leguminosa, presente lungo il margine meridionale delle Alpi solo in pochi siti e che era stata citata per la provincia di Belluno solo in alcune pubblicazioni dell'800. Lo studio, di carattere floristico e geobotanico, con approfondimenti di natura storica, geologica, geomorfologica e climatologica, ha permesso di segnalare per la prima volta in Veneto anche la presenza dell'associazione vegetale denominata Bupleuro-Brometum condensati sviluppatasi in una zona di rifugio risparmiata dagli effetti delle glaciazioni quaternarie.
    Una più breve comunicazione, di carattere strettamente floristico, a cura di Duilio Iamonico,  specialista del difficile genere Amaranthus, segnala per la prima volta in Provincia di Belluno la presenza della specie esotica Amaranthus tuberculatus, originaria del Nord America ed in espansione in Italia. Tale segnalazione, che fa riferimento ad alcuni esemplari raccolti da Carlo Argenti nei dintorni di Belluno, risulta essere la più settentrionale per il territorio italiano.
    Chiude la sezione botanica un contributo di Juri Nascimbene che descrive la biodiversità lichenica rilevata nella foresta della Val Visdende, dove l'autore ha riscontrato numerose specie estremamente rare a livello nazionale come nel caso di Usnea longissima, un lichene che in Italia è noto solo in due stazioni, e Chaenotheca subroscida, segnalata per la prima volta in Veneto. L'autore descrive inoltre la presenza di una notevole popolazione del lichene Lobaria pulmonaria, una specie indicatrice, utilizzabile per individuare aree forestali di interesse conservazionistico.
    Il successivo articolo di Mattia Cesa apre un settore nuovo per la nostra rivista; si tratta infatti di uno studio sperimentale sul monitoraggio di elementi in tracce in alcuni corsi d'acqua della provincia di Belluno, effettuato attraverso la tecnica dei moss bags, piccoli campioni di muschi acquatici in grado di assorbire dall'acqua i metalli pesanti in essa presenti e di rilevare quindi eventuali situazioni di inquinamento.
    Enrico Vettorazzo, del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, riassume nel suo contributo i dati relativi a 15 anni di censimenti del fagiano di monte all'interno dell'area protetta. Il fagiano di monte è una specie di rilevante valore ecologico, le cui popolazioni alpine sono in fase di generale declino. I risultati dei censimenti, condotti annualmente nel periodo primaverile ed estivo, sembrano invece mostrare, dopo un progressivo calo numerico, una lenta ripresa negli ultimi anni. Il Parco proseguirà nell'attività di controllo delle popolazioni per verificare se l'andamento positivo si consoliderà nel tempo.
    Un gruppo di ricercatori facenti capo all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e    Crev - Centro Regionale Epidemiologia Veterinaria "Giovanni Vincenzi", presenta uno studio sul  cimurro, malattia virale a forte impatto sulla conservazione dei carnivori, che sta interessando dal 2006 le popolazioni di carnivori selvatici dell'Arco Alpino Orientale ed è presente dal 2007 nel territorio bellunese. I risultati della ricerca hanno importanti implicazioni nello studio della dinamica delle popolazioni di carnivori selvatici dei nostri territori, della conservazione di specie a rischio e della possibile trasmissione tra animali selvatici e cani domestici.
    In campo paleontologico, Danilo Giordano riassume, in un contributo di taglio volutamente divulgativo accompagnato da numerose foto, i dati emersi dagli studi compiuti da un team internazionale di paleontologi in seguito alla scoperta, effettuata dallo stesso autore, della presenza di graptoliti e coralli eccezionalmente conservati all'interno delle rocce del basamento cristallino nei pressi di Agordo. Tale ritrovamento permette di affermare che ad Agordo affiorano le rocce datate più antiche delle Alpi e dell'Italia peninsulare.
    Enrico Trevisani, paleontologo del Museo di Storia Naturale di Ferrara, segnala invece il ritrovamento di una colonna vertebrale di squalo lamniforme all'interno delle facies condensate della Scaglia Rossa del Cretacico superiore, conosciute con il nome di "Marmo di Castellavazzo".
    Non poteva, infine, mancare un contributo riguardante la preistoria e l'archeologia, proposto da Anna Angelini. L'articolo descrive lo stato dell'arte e gli sviluppi futuri di una ricerca interdisciplinare condotta dall'Università di Padova sul sito di Castel de Pedena in Comune di San Gregorio nelle Alpi. L'antico sito d'altura di Castel de Pedena si è rivelato particolarmente interessante perchè è caratterizzato da una frequentazione cronologicamente molto estesa, che va dalle fasi iniziali del Bronzo antico, fino al passaggio tra l'età del Bronzo finale e l'età del Ferro, e si configura come un sito di frontiera tra facies culturali diverse e confinanti.

Rassegna Bibliografica
44 i titoli segnalati, accompagnati in genere da un breve commento illustrativo, che spaziano nei vari ambiti delle scienze naturali.


 Gli autori, i collaboratori, i componenti del comitato di redazione e il direttore responsabile di "Frammenti" prestano la loro opera a titolo gratuito poiché credono nell'importanza della rivista quale strumento di divulgazione delle conoscenze scientifiche e di crescita nella consapevolezza dell'eccezionalità del patrimonio naturalistico della provincia di Belluno.
E' uscito 'FRAMMENTI' Conoscere e tutelare la natura bellunese
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