Itinerario la cui logica, a prima vista quantomeno strana, è dovuta alla possibilità di raggiungere dal Monte Falco la vicina vetta del Falterona attraverso la cresta lineare che li collega. In questo caso, per non allungare di molto il percorso, si rinuncia a compiere un anello e si torna sui propri passi fino al Falco, dopodichè si scende nel versante romagnolo. La presenza di un po' di asfalto e di qualche infrastruttura non proprio bellissima è compensata dal fatto che si è sfiorata la pendice nord di Monte Falco, scrigno di conservazione di piante rare o rarissime che qui sopravvivono per via delle non comuni condizioni morfologiche (stazioni rupestri solcate da cengette e da qualche impervio canalone) e di microclima freddo-umido d'alta quota.