Le valli di Santa Sofia e di Premilcuore dove ai boschi si alternano prati e zone rocciose, dove lo sguardo spazia dalle basse colline romagnole fin sui crinali più alti di Monte Falco e Poggio Scali. Tre giorni nella Romagna Toscana, due notti in rifugi immersi nel verde e nella tranquillità.
Prima tappa. Da Corniolo risaliamo la strada fino alla parte alta del paese. La stretta carreggiata compie ampi tornanti e incontra sulla destra il sentiero 267. La salita ora si fa più impegnativa e ben presto siamo nella pineta che sovrastanta Corniolo. Un grande prato preannuncia l'arrivo a Valpisella, una bella casa con uno splendido panorama. Il sentiero continua sul retro della struttura e ci porta fino a una strada forestale, dove andiamo a sinistra, affacciandoci sui boschi di Valdonasso. La strada resterà a lungo la nostra via, ma il transito di veicoli a motore è vietato per cui si possono incontrare solo persone a piedi o in bicicletta. Ai bordi della carreggiata la vegetazione è variegata e cambia a seconda dell'esposizione. Ignoriamo il bivio per il Bivacco della Fratta e giungiamo, con un dislivello quasi impercettibile, a Monte Merli. Il bivio col sentiero 311 è la deviazione per Premilcuore, ma noi andiamo dritti, finchè non ci si spalanca la vista sulle vette del Parco: il Monte Falterona e il Monte Falco sono davanti a noi. La discesa finale è ormai iniziata: qualche stretto tornante, ampi pascoli e siamo a Pian di Rocchi.
5 ore, 12 chilometri di lunghezza, 600 m di dislivello in salita, 300 m in discesa
Seconda tappa. Questo secondo giorno inizia in discesa. Dobbiamo proseguire sulla strada forestale che ci ha portato fin qui e scendere fino all'asfalto. Saliamo verso sinistra per quasi 2 chilometri fino a Ca' Tracollina. Da qui un sentiero rettilineo ci porta al fosso, da cui saliamo affrontando di petto la faggeta fino a sbucare sul crinale: da questo momento seguiremo il sentiero 301 fino alla cima di Monte Ritoio, attraverso pascoli e punti panoramici sul Bidente delle Celle. Passato Poggio Bini il sentiero ritorna a salire fino a Costa di Poggio Corsoio e poi, una volta sulla pista forestale, tenendo la sinistra fino a Pian delle Fontanelle.
In questo tratto incontriamo un cippo in ricordo della lotta partigiana e il Rifugio Fontanelle e in meno di mezz'ora eccoci sulla strada di Piancancelli. Se si vuole compiere la deviazione per Monte Falco occorre andare a destra e poi a sinistra sullo 00, mentre se l'obiettivo è arrivare alla meta finale della giornata si svolta a sinistra. In pochi minuti siamo al parcheggio dei Fangacci e sulla sinistra ritroviamo il bosco e il sentiero 251. Questo ci fa scendere tra faggi e poi monumentali abeti bianchi fino al bivio con il sentiero 289: qui andremo a sinistra se la nostra destinazione è l'Agriturismo il Poderone, mentre a destra fino a Campigna in caso contrario.
7 ore, 18 chilometri di lunghezza, 600 m di dislivello in salita, 600 m in discesa
Terza tappa. Se per il pernotto avremmo scelto il Poderone dovremmo ora raggiungere Campigna: arriviamo alla strada provinciale, una scorciatoia al primo tornante della curva, poi di nuovo asfalto e in pochi minuti ecco il sentiero 259: un bosco inaspettato ci conduce sugli aceri e tigli secolari del Viale del Granduca fino a Campigna. Dal museo forestale svoltiamo sul sentiero 243 in direzione Villaneta, accompagnati da vetusti castagni e ippocastani. Proseguiamo diritti sul sentiero 249, poi in discesa superando Cà Franchetto, Castagnoli e Cà Fiume. Dopo Sant'Agostino giungiamo infine al bivio dei Fiumari: qui prendiamo la destra facendo attenzione, poco dopo, ad entrare nel sentiero sulla sinistra che porta in basso verso il fosso. Dei due sentieri che salgono a San Paolo in Alpe noi prendiamo quindi quello di destra, il 255. Pinete e cerrete ci accompagnano fino ai prati di Campodonato e poi un versante roccioso preannuncia il piccolo cimitero e il celebre altopiano di San Paolo. I resti della chiesa e i grandi pioppi valgono bene una meritata pausa. Bisogna salire fino a Poggio Squilla e dal crinale prendiamo a sinistra il sentiero 257, che affronta la ripida discesa delle Cerrete e poi procede lungo il fosso fino al ponte sul Bidente di Corniolo, appena sotto il paese.
6 ore, 14 chilometri di lunghezza, 980 m di dislivello in salita, 600 m in discesa