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Parco Nazionale della Majella |
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Notiziario Ufficiale del Parco Nazionale della MajellaAnno 1 - Numero 2 - Aprile-Giugno 2000 |
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Il Signore delle rocce, lo splendido Camoscio d'Abruzzo, cessati i rigori invernali che lo avevano indotto a svernare nelle aree più calde e riparate di valle, risale incontrastato a dominare le vette più elevate. Ai piccoli appena nati, si aprono per la prima volta gli splendidi scenari delle montagne delle Murelle, del monte Acquaviva e di Cima dell'Altare. Anche molto più in basso, nell'Area Faunistica di Lama dei Peligni, alle falde dello splendido e imponente versante orientale della Majella la vita, come ogni anno, è tornata a fiorire: nei giorni scorsi si sono affacciati per la prima volta alla vita, due splendidi esemplari di camoscio e due magnifici gufi reali. I nuovi nati, ne è atteso a breve un terzo, "battezzati" con i nomi di Paride e Rodolfo - a ricordo di Rodolfo Cipparone precocemente tolto all'affetto di Maurilio Cipparone- vanno ad incrementare la già consistente popolazione di Camosci dell'Area: prezioso serbatoio per le future operazioni di potenziamento delle popolazioni di camosci allo stato naturale nel Parco Nazionale della Majella e nel limitrofo Parco del Gran Sasso o per le operazioni di reintroduzione della specie nel Parco Regionale del Sirente Velino e nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Ciò, non appena sarà portato a compimento il Piano d'Azione per il Camoscio che vede coinvolti Ministero dell'Ambiente, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica ed Enti Parco: a partire dal Parco Nazionale d'Abruzzo cui va il ringraziamento per aver salvato dall'estinzione il prezioso animale ed aver fornito gli esemplari per le reintroduzioni nella Majella e nel Gran Sasso. Anche i gufi reali potrebbero tornare ad assaporare la gioia della vita in libertà: non appena una specifica ricerca in corso avrà potuto accertare la fattibilità della loro liberazione. Libertà certa invece, a breve, per alcuni esemplari di Lontra provenienti dall'area di allevamento e riproduzione di Caramanico Terme, all'interno del Parco. Una specifica ricerca del Parco Nazionale della Majella in collaborazione con l'ex Azienda di Stato per le Foreste Demaniali di Pescara e con il WWF ha infatti accertato la fattibilità di rilasci sperimentali finalizzati all'ulteriore studio degli interventi necessari per le azioni di potenziamento della popolazione di lontra allo stato naturale nel Parco. L'operazione è resa possibile anche grazie all'imponente e sistematica azione di bonifica e restauro naturalistico ed ambientale intrapresa dal Parco sull'intero bacino imbrifero Orta-Orfento, da Roccacaramanico a San Valentino e dalle successive operazioni di ripopolamento ittico. L'obiettivo, più che la speranza, è di restituire all'Orta la dignità di fiume e al suo simpatico abitante la gioia di continuare ad abitarlo. Nicola Cimini Direttore del Parco |