La Galletta del marinaio ha origini molto antiche e nasce con la necessità di alimentare i naviganti che, all'epoca dei velieri, dovevano trascorrere molte giornate, spesso anche mesi, in mare, avendo a disposizione cibo che non si deteriorasse nel tempo.
Questo tipo di galletta composta da farina, acqua, malto, lievito di birra e sale viene cotta in forno in modo da permettere all'acqua presente di asciugarsi completamente, e diventare talmente liofilizzata da poter rimanere commestibile per un lungo periodo.
La conservazione avveniva quindi in un luogo asciutto.
Prima di essere consumate le gallette venivano semplicemente messe a mollo in un po' d'acqua per farle rinvenire e, a questa operazione erano di giovamento gli eventuali vermi che scavavano dentro la massa durissima gallerie per imbevere meglio il prodotto, difficilmente masticabile da individui con le dentature spesso ampiamente deteriorate e carenti.
La Galletta del marinaio viene prodotta tuttora. Esattamente con la stessa formula antica, anche se ovviamente le possibilità della navigazione moderna ne impediscono di norma il deterioramento. Non fa più parte della dispensa del navigante, ma è diventata uno di quei prodotti legati alla tradizione artigianale che incuriosiscono il turista di passaggio, che, a seguito di un assaggio, spesso ritorna a farne provvista, grazie anche alla facilità di preparazione.
Oggi viene utilizzata soprattutto quale componente base della Capponadda, un piatto tipico presente in quasi tutti i paesi affacciati sul Mediterraneo e che differisce da zona a zona a seconda dell'utilizzo degli ingredienti che ne entrano a far parte.