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Area Marina Protetta Torre Guaceto

 

Il Canale Reale: un rischio per la biodiversità della Riserva di Torre Guaceto

(Carovigno, 01 Ago 11) I dati pubblicati da Legambiente, nell'ambito della campagna Goletta Verde, sono, per il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, la conferma di un pericolo serio per la biodiversità dell'Area Marina Protetta di Torre Guaceto, già denunciato negli anni scorsi.

Già nella redazione del Piano di Gestione della Riserva Naturale e SIC Torre Guaceto, approvato con deliberazione della Giunta Regionale 26 aprile 2010, n. 1097 dalla Regione Puglia e in attesa di definitiva approvazione da parte del Ministero dell'Ambiente, il Consorzio di Gestione aveva individuato nel Canale Reale, che ricordiamo sfocia nella Zona A di Riserva Integrale dell'Area Marina, uno dei maggiori fattori di pressione ambientale presenti nella zona, e causa di inquinamenti organici e inorganici. I dati acquisiti hanno quindi evidenziato sia in termini strutturali che funzionali, uno stato di degrado dell'ecosistema fluviale che costituisce una fonte di perturbazione per l'ecosistema marino, in quanto il metabolismo dell'ecosistema fluviale può influenzare lo stato di salute dell'area marina.

Tale Canale rappresenta il bacino idrografico più importante della provincia di Brindisi, le cui sorgenti sono localizzate in prossimità di Villa Castelli e interessa un'area di oltre 144 ettari.

Il bacino idrografico del Canale Reale è soggetto a forti pressioni antropiche dovute allo sfruttamento agricolo dei suoli che esso attraversa e dall'immissione nelle sue acque degli scarichi prodotti da aziende di confezionamento alimentare, in particolare oleifici. Non è escluso che il Canale possa raccogliere scarichi occasionali effettuati da soggetti diversi e comunque non autorizzati.

Per tale motivo, nello stesso piano di gestione, sono state inserite delle azioni per diminuire la pressione perturbativa sull'area marina antistante da parte del Canale Reale.

La foce del canale Reale dista 900 metri dall'habitat prioritario Praterie di Posidonia presente nel SIC Torre Guaceto Macchia san Giovanni.  Il monitoraggio degli habitat prioritari presenti nell'AMP di Torre Guaceto relativo alle Praterie di Posidonia ha evidenziato un progressivo peggioramento dello stato di salute del posidonieto, processo più rapido nella aree esterne all'area protetta, attribuibile ad un aumento del tasso di sedimentazione. Un'altra problematica presente nel posidonieto è rappresentata dalla presenza dell'alga Caluerpa racemosa la cui densità dentro e fuori l'area protetta risulta uguale, con concentrazioni elevate nella zona A corrispondente agli isolotti di Apani.

Per tali motivazioni l'attenzione del Consorzio di Gestione verso il Canale Reale è stata sempre molto alta, pur non avendo una competenza legislativa efficace sullo stesso, sia perché la totalità degli scarichi sono effettuati al di fuori dei confini amministrativi della Riserva Terrestre, sia perché la competenza della tutela delle risorse idriche ricade in capo alla Provincia, con tutti i poteri susseguenti di autorizzazioni degli scarichi e dei depuratori.

Questo aspetto determina un'impossibilità di intervenire per migliorare la qualità delle acque del Canale e il compito del Consorzio può essere soltanto di monitorare in maniera costante le analisi effettuate dall'Arpa e di richiedere, laddove necessario, analisi supplementari in relazione ad aumenti di volumi d'acqua o immissioni sospette. Sono numerosi, infatti, gli episodi in cui il Soggetto Gestore ha segnalato alle autorità competenti possibili episodi di inquinamento nel Canale.

La preoccupazione sugli impatti derivanti dal Canale Reale è ulteriormente aumentata in funzione del progetto dell'Acquedotto Pubblico Pugliese di realizzare lo scarico dei reflui depurati, provenienti dall' Impianto di depurazione consortile di Carovigno, nel Canale Reale, per il quale l'AQP ha chiesto autorizzazione in data 18 febbraio 2011 alla Provincia di Brindisi.

Il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto ha già espresso parere negativo alla Valutazione di Incidenza ambientale effettuata dalla Provincia di Brindisi (sia nel 2007 sia nel 2009), così come previsto dall'art. 5 del D.P.R. 357/1997, poiché in caso di prolungato malfunzionamento dell'impianto non sono state individuate soluzioni per la mitigazione di un eventuale impatto derivante da tale malfunzionamento. Tale parere negativo, però, non è stato preso assolutamente in considerazione dalle amministrazioni coinvolte. Inoltre, nella Valutazione di Incidenza ambientale, non è stata valutata l'incidenza diretta o indiretta del refluo depurato sull'habitat prioritario Praterie di Posidonia presente nel SIC Torre Guaceto Macchia San Giovanni, in aperta violazione del D.P.R. 357/1997.

Eppure, già nel 2004, per conto della regione Puglia la SOGESID (strumento in house del Ministero dell'Ambiente e del Ministero delle Infrastrutture) ha elaborato, in collaborazione con questo ente, un caso studio per il riutilizzo delle acque reflue provenienti dal depuratore consortile di Carovigno, con la depurazione terziaria del refluo e utilizzo delle acque depurate in agricoltura e per finalità naturalistiche (immissione controllata nella zona umida), attraverso la realizzazione di un impianto di affinamento e il potenziamento della rete di distribuzione idrica. Per una parte del refluo depurato o in caso di emergenza, è stato previsto l'utilizzo di una condotta sottomarina di proprietà del SISRI, mai entrata in funzione, che andrebbe allungata sino a raggiungere l'intervallo batimetrico -35/40 metri; oltre alla salvaguardia del posidonieto, in questo modo, portando i reflui al di sotto del termoclino, si ridurrebbe notevolmente il rischio di ritorno dei reflui verso la costa a causa delle correnti dominanti.

Per rendere più efficace la propria azione, il Consorzio di Gestione ha interessato della questione il Ministero dell'Ambiente nel febbraio 2011, il quale nel marzo 2011 ha comunicato alle amministrazioni interessate (Regione Puglia e Provincia di Brindisi in primis) il proprio parere negativo a consentire lo scarico nella zona A dell'Area Marina Protetta e nell'habitat prioritario "Praterie di Posidonia" del SIC Torre Guaceto Macchia San Giovanni, invitando la Regione Puglia a prendere in considerazione la proposta SOGESID del 2004.

La minaccia per la biodiversità dell'Area Marina Protetta di Torre Guaceto (che ricordiamo è inserita nella Lista delle Aree Specialmente Protette del Mediterraneo per la Convenzione Biodiversità di Barcellona) rimane molto alta, in caso di messa in funzione del depuratore, poiché lo scarico in mare di 10.000 m3 al giorno, di acqua dolce depurata in tabella 1 e 2, ricca quindi di materiale organico sospeso, avrà notevoli conseguenze ecologiche, provocando una variazione locale della salinità e uno spostamento verso un sistema eutrofico, anche a causa della bassa profondità e scarsa motilità delle acque della laguna. Il peggioramento dello stato di salute del posidonieto accelererà per aumento della sedimentazione, con conseguente maggior sviluppo di Caluerpa racemosa nelle aree lasciate libere dal posidonieto. E queste sono le "buone notizie", in caso di corretto funzionamento del depuratore. Ma l'A.Q.P. chiede 120 giorni, dall'attivazione dello scarico, per la messa a regime dei processi depurativi; ciò comporterà nei primi mesi lo scarico in zona A di acque non sufficientemente depurate. In caso di malfunzionamento del depuratore anche per breve/medio termine, non è stato previsto alcun sistema di salvaguardia cosa che porterà reflui non depurati in una zona A di un'area marina protetta e a cento metri da un habitat prioritario.

Oltre al danno ecologico irreversibile vi sarà un danno economico: la popolazione di specie ittiche di valore commerciale che in zona A rappresentano un "serbatoio" per tutta la costa brindisina saranno danneggiate con riduzione delle rendite di pesca, in primis per i pescatori autorizzati a svolgere tale attività nella zona C, in misura minore per tutti gli operatori della piccola pesca costiera delle aree limitrofe. Il danno economico maggiore ricadrà sugli operatori del settore turistico; direttamente sui fornitori di servizi presenti nella riserva, compreso questo ente; indirettamente sugli operatori turistici dell'intero territorio provinciale.

Per quanto riguarda i dati pubblicati da Goletta Verde il Consorzio di Gestione ha richiesto dei chiarimenti all'Arpa Puglia e sta valutando la possibilità di presentare denuncia contro ignoti per danno ambientale, in violazione dell' art 4 del D.I. del 04/12/1991 istitutivo dell'area marina protetta di Torre Guaceto che vieta quanto segue: "l'alterazione, con qualsiasi mezzo, diretta o indiretta, dell'ambiente geofisico e delle caratteristiche chimiche e biologiche delle acque, nonché la discarica di rifiuti solidi o liquidi e in genere l'immissione di qualsiasi sostanza che possa modificare, anche transitoriamente, le caratteristiche dell'ambiente marino.".

Inoltre, richiede con urgenza un incontro alla Regione Puglia, nella persona dell'Assessore Amati e dell'assessore Barbanente e alla Provincia di Brindisi, per discutere circa la messa in esercizio del Depuratore di Carovigno, che aggraverebbe in maniera disastrosa una situazione già molto critica dal punto di vista ecologico.
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