(Varallo, 19 Nov 10) Siamo colpiti da una girandola di notizie su Pompei, il sito archeologico italiano più visitato. La parola più ricorrente è: incuria. La Casa dei Gladiatori sarebbe crollata per incuria, non per un evento straordinario e imprevedibile. Tornano i riflettori su beni culturali importantissimi per la cultura del mondo occidentale, per denunciare l'incapacità di gestirli. E, inevitabilmente, si apre il balletto delle responsabilità: politiche o gestionali? Poco importa. Importa di più sapere - ed è gravissimo - che quello che è successo - scrivono i giornali - si poteva evitare, con la normale e assidua manutenzione. Che figura ci fa il nostro paese davanti al mondo?
Oggi si discute di come fare rendere il nostro patrimonio artistico, dell'industria turistica come indotto del grande bacino culturale italiano, una grande potenziale risorsa. Ma per far rendere il patrimonio il primo presupposto è mantenerlo, curarne la corretta ordinaria e quotidiana conservazione, con operazioni spesso banali, come convogliare le acque piovane per allontanarle dalle murature, disintasare pluviali e caditoie, controllare i tetti etc. Se ne parla tanto, ma si è persa la pratica della manutenzione.
E il Sacro Monte? Non è un mistero che il Sacro Monte con la gestione della Riserva regionale è stato all'avanguardia su questo terreno. La Riserva ha portato la sua esperienza di manutenzione in convegni nazionali, ed è stata citata ad esempio. Ma quest'anno non ha avuto neppure un euro per la manutenzione del complesso. Già gli anni scorsi i finanziamenti si erano assottigliati. Ora sono venuti a mancare del tutto E' una situazione che desta fortissime preoccupazioni: non si fa più manutenzione in un sito Unesco!
Con quarantacinque cappelle vecchie quattro o cinque secoli, immerse nella vegetazione, in un ambiente molto piovoso, l'unica strada per evitare il continuo peggioramento dello stato di conservazione delle opere d'arte che decorano le cappelle è garantirne la manutenzione. Se non lo si fa, in pochissimo tempo il Sacro Monte può vedere seriamente danneggiato il suo patrimonio artistico. Il disastro di Pompei è dovuto alla mancanza di manutenzione e alle acque piovane!
Dopo l'inaugurazione del complesso di Betlemme appena restaurato, nei giorni passati, di intensa pioggia, controllando i tetti e le grondaie abbiamo già notato nuovi piccoli problemi che possono danneggiare molto presto le cappelle e che si risolvono con un tempestivo intervento di manutenzione. Ma bisogna avere i soldi per farlo. Abbiamo realizzato in questi anni bellissimi (e costosi) restauri, ma se non facciamo manutenzione, la situazione tornerà presto come prima. E allora quale Sacro Monte presenteremo ai turisti? Per garantire la corretta conservazione delle cappelle del Sacro Monte occorrono 30.000 euro l'anno, e una cifra più contenuta per la conservazione del parco-giardino.
Non avere finanziamenti straordinari per i restauri, vuole dire non restaurare altre cappelle, non far migliorare lo stato del Sacro Monte. Ma se non si fa la necessaria manutenzione - Pompei insegna - la situazione peggiora rapidamente. Allora se proprio non ci sono soldi, rimandiamo i restauri, ma non interrompiamo la manutenzione. Altrimenti si rischia che i prezzi da pagare siano molto alti e che si vanifichino rapidamente i lavori e i fondi spesi per anni.
Lavori di manutenzione dei tetti del complesso di Betlemme, appena restaurato
Lavori per il risanamento dall'umidità del complesso di Betlemme