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Riserva Speciale del Sacro Monte di Varallo

 

I lavori che si vedono e quelli che non si vedono

(Varallo, 02 Feb 11) Ci sono lavori che fanno parlare, che si notano, e lavori che non si vedono. Nel bilancio dell'attività della Riserva regionale che cura la conservazione del Sacro Monte il restauro del complesso di Betlemme è certamente fra gli interventi del 2010 che hanno dato visibilità, evidenziando come l'attività di conservazione segni dei punti di arrivo positivi. Ma l'Amministrazione della Riserva non trascura i lavori meno prestigiosi, fondamentali per evitare il progressivo degrado del complesso.
Il Sacro Monte è un nobiluomo molto anziano che vive in condizioni ambientali malsane, in una casa piena di spifferi, in costante rischio di raffreddori, influenze e polmoniti. Le nostre cappelle sono vecchie di secoli e soggette alla elevatissima umidità ambientale, esposte alla pioggia, alla neve, al gelo, al calore estivo; i loro intonaci attirano muschi, licheni e microrganismi meno visibili che ne degradano la superficie. Così con il tempo gli intonaci si disgregano e cadono, talvolta sono indecorosi e così svolgono sempre peggio la loro funzione principale, che è quella di proteggere le murature e gli affreschi interni. La Riserva, compatibilmente con i fondi di cui dispone, oltre a ricontrollare due volte l'anno tutti i tetti, le grondaie e i canali e a pulire le statue e i pavimenti, controlla lo stato di conservazione e programma piccoli, ma importanti interventi (oltre a cercare fondi per i restauri veri e propri). L'elenco delle cose che è urgente affrontare scaturisce dai giri di controllo che compiono alcune volte l'anno i restauratori incaricati della manutenzione ordinaria.
Nel 2010 si è provveduto (grazie ad economie del bilancio 2009) ad esempio a reincollare (rinforzandolo con dei perni) il braccio di una statua della Salita al Calvario (c. 36), danneggiata da un incauto ingresso quando si accedeva nelle cappelle non solo per interventi di restauro, e successivamente incollata, ma che si stava staccando nuovamente. E' stato ricostruito (facendo un calco dall'originale) un dito del pescatorello della fontana di ingresso, colpito da un sasso di qualche vandalo notturno. E' stato ritoccato il colore delle gambe del negretto al centro della cappella del Cristo per la prima volta davanti a Pilato (c. 27), restaurato, insieme alle altre sculture, nel 2006. Ma succede che l'umidità provochi a volte delle cadute di colore, anche ampie, sulle statue, che occorre integrare nel corso dei giri di manutenzione, per non vanificare in pochi anni il risultato del restauro. Sono stati poi integrati gli intonaci di alcune cappelle che avevano zone lacunose o sgranate e perciò lasciavano pericolosamente nuda la muratura sottostante o permettevano all'acqua di infiltrarsi. E' il caso, per esempio, delle cappelle 4 - 14 - 15 - 25 - 27 - 30 e della porta di ingresso. Altre porzioni di intonaco sono state consolidate per evitarne il distacco. Si è intervenuti sui pavimenti interni di qualche cappella, che a causa del frequente ingresso degli anni passati si erano consumati nelle zone centrali. Perciò sono stati stuccati i bordi delle lacune per evitare che il distacco andasse avanti. Infine qualche piccolo lavoro di carattere estetico. Si sono ritoccati, armonizzandoli con il colore delle pareti, i nuovi cavi elettrici in rame dell'Oratorio del Sepolcro poiché l'impianto interno è stato rinnovato e messo a norma dalla Riserva Regionale in accordo con il Rettore e con l'Amministrazione Civile, proprietaria del complesso. Piccole cose, ma importanti, per limitare l'invecchiamento quotidiano e gradualmente migliorare lo stato di conservazione generale. Lavori svolti, naturalmente, da restauratori qualificati.
Frattura del braccio di una statua della cappella 36
Frattura del braccio di una statua della cappella 36
Incollaggio dito del pescatorello con perno in vetroresina
Incollaggio dito del pescatorello con perno in vetroresina
Statua del negretto, cappella 27. Cadute di colore
Statua del negretto, cappella 27. Cadute di colore
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