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Riserva Speciale del Sacro Monte di Varallo

 

Il Sacro Monte, l'orgoglio della Valsesia e la cura per i particolari

(Varallo, 22 Mar 11) Quando si ritorna da un viaggio in Trentino (o ancor più in Alto Adige), uscendo dall'autostrada a Romagnano, percorrendo la provinciale in direzione Varallo- Alagna, può capitare di chiedersi dove stia la differenza. Lì, ovunque si guardi, il paesaggio è gradevole: le strade, i prati, le case, le recinzioni. Qui, andando verso Varallo ci guida lo spettacolo delle montagne, con il massiccio del Monte Rosa, certo non meno bello delle pur celebratissime Dolomiti. Ma lungo il percorso le cadute di tono sono parecchie. A ben pensare quello che fa la differenza sembra essere la cura per i dettagli. La sensazione è che in quella parte d'Italia (che ha memoria, forse, dell'efficienza asburgica) si dedichi una gran cura alla propria casa, al prato davanti casa, alla recinzione, ai balconi pieni di fiori (ma qualcuno comincia ad essercene anche qui). E il risultato estetico se ne giova. Ma analoga cura sembra venga dedicata anche alle strade, alle piazze, ai luoghi di uso pubblico. Come se lo stesso orgoglio si estendesse anche fuori dalla propria casa, coinvolgendo quello che appartiene alla comunità, il bene comune che pare venga sentito come un prolungamento del proprio. Forse questo è in parte il segreto del successo turistico del Trentino (oltre, naturalmente, alle straordinarie montagne).
Il Sacro Monte è uno dei luoghi pubblici più importanti della Valsesia, al pari del Monte Rosa, e del Sesia stesso. Ed è in più un luogo segnato dall'azione dell'uomo, costruito e reso bello dal lavoro dei valsesiani. E' il luogo in cui portare con orgoglio chi viene da fuori per fargli vedere di quali livelli di bellezza e di qualità è stata capace questa Valle. E' un luogo di 'decontaminazione' dal brutto e dallo stress. In cui passeggiare guardando solo cose belle. E' anche per questo che conservare e gestire il Sacro Monte comporta una grande responsabilità. Vuol dire innanzitutto stare attenti ai dettagli. Basta poco, pochissimo, a squalificare un posto così bello. Portarci le modernità sovente vuol dire rischiare di portarvi anche tecnologia e trasandatezza. Non a caso uno dei lavori recenti della Riserva è stato trovare un alloggiamento mascherato, decoroso e non offensivo alla vista, per il nuovo contatore del metano che serve il salone papa Giovanni XXIII (sotto la basilica). Lo si è collocato, in accordo con il Rettore, nel terrapieno subito sottostante il fianco in muratura della chiesa, inserito in un anfratto del muretto in pietra, chiuso da una beola che con quella pietra si intona. O anche mettere a norma l'impianto elettrico dell'Oratorio del Sepolcro rimuovendo i brutti cavi a vista, sostituendoli con cavi minerali, fatti correre negli anfratti più nascosti e poi mimetizzati cromaticamente con il muro. E lo stesso si è fatto con le scatole elettriche. E con i tombini esterni, le caditoie, i pozzetti. Piccoli lavori, ma che, se trasandati, colpirebbero l'occhio. Lo sanno bene gli operatori che lavorano al Sacro Monte. Spesso il dettaglio fa la differenza e denota la cura per il luogo. E' un grande complimento per chi ci opera sentirsi talora dire dai turisti che il Monte sembra un angolo di Svizzera (o di Trentino).
Lavori di posa del contatore del metano
Lavori di posa del contatore del metano
Il lavoro di alloggiamento e mascheratura del contatore del metano, concluso
Il lavoro di alloggiamento e mascheratura del contatore del metano, concluso
Un particolare del vecchio impianto elettrico dell'Oratorio del Sepolcro
Un particolare del vecchio impianto elettrico dell'Oratorio del Sepolcro
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