(18 Mag 10) Sabato 22 maggio pomeriggio si inaugura il restauro della statua di Bernardino Caimi, fondatore del Sacro Monte. La cerimonia si svolgerà sotto il portico del Sepolcro alle 17 e 45 e prevederà il saluto delle autorità presenti e del Presidente dell'Inner Wheel Valsesia, poi l'intervento del Rettore del Sacro Monte, del direttore della Riserva e del funzionario della Soprintendenza competente, dott. Massimiliano Caldera. Alle 18 e 30, nell'oratorio del Sepolcro, seguirà la lettura del brano di Jacopone da Todi "Donna de Paradiso" a cura di Enrico Di Marco e un intrattenimento musicale del gruppo "Varade Ensemble" impegnato anche nell'accompagnamento della messa pomeridiana del santuario (ore 17).
Il restauro si deve all'iniziativa dell'Inner Wheel, presieduto dall'avv. Fiorella Di Marco Proietti, che ha voluto lasciare un segno del suo legame con il patrimonio storico- artistico valsesiano. In accordo con la Riserva regionale si è scelto di intervenire su di una statua che è il simbolo e l'emblema del Sacro Monte: la figura in terracotta del fondatore, Bernardino Caimi, voluta e pagata da un nobile discendente della famiglia Caimi che la lasciò ad imperitura memoria. La statua, plasmata nel 1638 da Giovanni d'Enrico, lo statuario ufficiale del complesso nel primo Seicento, raffigura il frate che regge in mano e mostra il modellino plastico del Sacro Monte. Il restauro, opera di Fermo De Dominici, ha ridato alla statua freschezza e trasparenza, riportando alla luce il colore originale, coperto da una stesura giallognola piatta e uniforme, a cui si era sovrapposta la sporcizia del tempo. Ora si legge bene la naturalezza del volto, lo sguardo nobile e sereno, l'abito, un saio più credibile, con toppe di tessuto cucite qua e là. Anche il plastico del Sacro Monte è più pulito e vi si vedono meglio gli edifici, il convento, il Calvario, la cappella della Salita, il Palazzo di Pilato; la base della nicchia in pietra (in parte ricoperta di intonaco dipinto) è ritornata anch'essa più chiara e pulita.
Così Bernardino fa più bella mostra di sé nell'angolo del Sacro Monte che la storia ha voluto dedicargli, ove tanti cimeli lo ricordano. Il primo e più antico è l' iscrizione all'ingresso al Sepolcro, datata 1491, che ricorda il frate accanto al nome del committente-finanziatore dell'impresa, il nobile Milano Scarognino. Più oltre, nell'angolo sinistro del portico, trovava posto a fine '400 il primo altare in cui dicevano messa i frati, altare che gli eredi del fondatore intorno al 1515 vollero inglobare in una cappella, che commemorava la vicenda storica e religiosa del primo Sacro Monte con la raffigurazione, da parte di Gaudenzio Ferrari, di san Bernardino da Siena accanto al Beato Bernardino Caimi con i membri della famiglia Scarognini e sant' Antonio da Padova e sant'Elena e, sull'altare, la pala con le Stigmate di san Francesco, ora conservata nella Pinacoteca di Varallo.
Lì accanto, a sinistra dell'ingresso del Sepolcro, già nel primo Seicento in una piccola nicchia era conservato il teschio del fondatore.