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Riserva Speciale del Sacro Monte di Varallo

 

Il Sacro Monte di Varallo, laboratorio naturale di conservazione

(15 Giu 10) Ormai da anni la Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte di Varallo partecipa a convegni nazionali sulla conservazione e il restauro del patrimonio artistico illustrando e discutendo con gli esperti del settore i lavori svolti al Sacro Monte. E' un modo anche questo per far conoscere il nostro complesso. Quest'anno saranno due le occasioni prestigiose per raccontare al pubblico degli operatori del restauro (architetti, storici dell'arte, restauratori e chimici, fisici, biologi del settore) i nostri interventi. A metà luglio a Bressanone, ove si tiene un convegno annuale, che quest'anno è dedicato alla conservazione preventiva, parleremo delle operazioni periodiche di controllo sui tetti e sugli interni delle cappelle e delle operazioni preventive per evitare che l'acqua danneggi murature, dipinti, statue. A metà settembre al convegno nazionale dell'IGIIC, il Gruppo Italiano dell'International Institute for Conservation, ove siamo presenti dal 2006, illustreremo il restauro delle vetrate del Sacro Monte.
Perché ormai da anni quando ci candidiamo con un tema da illustrare veniamo accolti regolarmente ai convegni specialistici pur essendo il nostro complesso un po' periferico nella geografia artistica italiana rispetto a luoghi come Firenze, Roma o Venezia? Il fascino del Sacro Monte sta nella grande qualità delle opere che conserva, nella estrema varietà di epoca (dal XV al XIX secolo) e di materiali e tipologie. In questi ultimi anni, come si può ben vedere scorrendo l'elenco pubblicato in fondo alla nuova guida del complesso, abbiamo restaurato opere d'arte fra le più disparate, dalla fontana ottocentesca con il Pescatorello in piazza Testori, ai due colossi in rame di Gaudenzio e di frate Bernardino davanti alla cappella di Adamo ed Eva, all'intonaco graffito della cappella dei Magi, ai diversi cicli di affreschi, alle sculture in legno, alle sculture in terracotta, agli intonaci esterni, alle vetrate, ai tetti. Non vi sono tante altre realtà così ricche e varie. E l'ampiezza della serie aggiunge un ulteriore elemento di interesse. Se avessimo solo una vetrata antica legata a piombo e l'avessimo restaurata, la materia non sarebbe interessante a sufficienza per essere esposta agli addetti ai lavori. Ma restaurando una trentina di vetrate poste sulla facciata delle nostre cappelle, di epoche diverse, con tessere con geometrie differenti, con problemi di conservazione vari che interessano i vetri o le loro strutture portanti o le piombature, con tracce di restauri antichi, l'argomento si fa molto più interessante e teme pochi confronti.
Un altro aspetto non trascurabile è la serietà e competenza dei restauratori impegnati, selezionati accuratamente, qualcuno con una formazione tradizionale, altri reclutati fra i diplomati della scuola di restauro del Ministero per i Beni Cultuali, che resta a tutt'oggi la migliore a livello mondiale, chiamata e consultata nei diversi continenti, che è stata impegnata per otto anni al Sacro Monte, tra il 1994 e il 2002 per il restauro della cappella della Crocifissione.  
Una figura di soldato nella cappella di Cristo condotto la prima volta davanti a Pilato (c.27) durante il restauro
Una figura di soldato nella cappella di Cristo condotto la prima volta davanti a Pilato (c.27) durante il restauro
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