(San Benedetto del Tronto, 05 Apr 12) Le zone umide, intese nel senso più ampio del termine, sono il luogo dove è massima la necessità di applicazione dell'approccio ecosistemico e multidisciplinare, dato che si tratta di sistemi connessi con molte tipologie di corpi idrici, in cui vi è scambio e passaggio di elementi ed organismi. Tali ambienti sono fondamentali per la sopravvivenza sia di specie molto localizzate ed endemiche, sia di specie migratrici che ivi trovano rifugio e risorse trofiche, in cui agiscono diversi fattori di pressione derivati da un'ampia tipologia di attività antropiche fra cui l'urbanizzazione, l'agricoltura, l'allevamento, il turismo, la produzione di energia elettrica, l'industria oltre che gli effetti dei cambiamenti climatici.
Alla luce della complessità delle problematiche connesse alla tutela di questi ambienti, si rileva la necessità di rafforzare la messa in atto di strategie e azioni integrate tra le politiche territoriali di sviluppo e di tutela dell'ambiente, tra sicurezza idraulica e rinaturalizzazione, per poter attivare una reale e concreta tutela delle zone umide e il recupero dell'integrità ecologica dei corsi d'acqua.
Gli interventi coordinati atti a costruire la prevenzione, la mitigazione dei rischi, la riduzione dell'impermeabilizzazione dei suoli, la limitazione degli impatti delle attività produttive e agricole, vanno attivati attraverso l'integrazione delle misure contenute nei Piani di Gestione di Distretto Idrografico, con quelle previste dagli strumenti di pianificazione a livello regionale, provinciale, e soprattutto in quelli di gestione di Siti Natura 2000, di aree protette e nei piani settoriali e comunali. Il recupero dell'integrità ecologica dei corsi d'acqua e la creazione di corridoi ecologici lungo gli stessi, appare una necessità da non rimandare.
ISPRA, con la collaborazione di numerosi enti territoriali e di ricerca, ha realizzato l'inventario delle zone umide nazionali, raccogliendo una notevole quantità di dati che hanno permesso l'elaborazione di un corposo rapporto tecnico (n. 153/2011). Quest'ultimo ha il duplice obiettivo di individuare linee guida per la gestione e la pianificazione delle zone umide e valutare le possibili interazioni tra fra gli strumenti esistenti per la tutela delle zone umide definiti secondo la normativa europea e nazionale (Dir. Habitat, Uccelli, Dir. Quadro Acque e sulla Strategia per l'ambiente marino, normativa nazionale di recepimento)
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