I Parchi nella Letteratura |
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I territori tutelati dai parchi italiani sono stati sempre fonte d'ispirazione, oggi e negli anni e nei secoli trascorsi, per gli uomini che di volta in volta vi si sono trovati al cospetto. Di tanti pensieri e impressioni ovviamente non è rimasta abbondante traccia, se non attraverso le opere di maggior valore, che sono riuscite a superare i decenni e i secoli. E' quindi soprattutto nelle arti letterarie che possiamo trovare, di volta in volta, brevi accenni, impressioni, ricordi collegati ai luoghi che oggi sono tutelati per legge. Apriamo quindi questa pagina con alcuni esempi, promettendo di arricchirla ulteriormente, anche grazie alle vostre segnalazioni! |
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Giosuè Carducci |
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Giosuè Carducci celebra la Regina Viarum in due delle sue famose Odi barbare.
Dinanzi alle Terme di Caracalla - 1877Corron tra 'l Celio fosche e l'Aventino A le cineree trecce alzato il velo Continui, densi, neri, crocidanti "Vecchi giganti" par che insista irato Ed un ciociaro, nel mantello avvolto, Se ti fûr cari i grandi occhi piangenti se ti fu cara su 'l Palazio eccelso e l'Aventino il reduce quirite Febbre, m'ascolta. Gli uomini novelli Poggiata il capo al Palatino augusto, Egle - 1892Stanno nel grigio verno pur d'edra e di lauro vestite Passan pe 'l ciel turchino Egle, levato il capo vèr' quella serena promessa Guarda; e innanzi a la bella sua fronte |
Pier Paolo Pasolini |
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Poesie Mondane in "Poesia in forma di rosa"... |
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Cesare Pavese |
Il mestiere di vivere - 1946Forse la triste e chiusa passeggiata su per Crea ti disse simbolicamente di più che non tante persone e passioni e cose di questi mesi. Certo, il mito è una scoperta di Crea, dei due inverni e dell'estate di Crea. Quel monte ne è tutto impregnato. |
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Orazio |
Ode a TaliarcoVedi come per l'alta neve candido |
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George Byron |
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Childe Harold's Pilgrimage - 1818Tu, però, Soratte, |
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Marguerite Yourcenar |
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Memorie d'AdrianoAvevo sentito parlare delle iridescenze stupende dell'aurora sul Mare Jonio, quando la si contempla dalla vetta dell'Etna. Stabilii di intraprendere l'ascensione di quella montagna; passammo dalla regione delle vigne a quella della lava, poi della neve. Il fanciullo dalle gambe di danzatore correva su quelle ripide chine; i sapienti che mi accompagnavano salirono a dorso di muli. Sulla cima era stato costruito un rifugio ove poter attendere l'alba. Questa alfine spuntò: un'immensa sciarpa d'Iride si distese da un orizzonte all'altro; strani fuochi brillarono sui ghiacci della vetta; la vastità terrestre e marina si dischiuse al nostro sguardo sino all'Africa, visibile, e alla Grecia che s'indovinava. Fu uno dei momenti supremi della mia vita. Non vi mancò nulla, né la frangia dorata di una nube, né le aquile, né il coppiere dell'immortalità. |
Riccardo Bacchelli |
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Italia per terra e per mareE quando i greci, ingegnosi favolisti, vedevano, al pari del supposto navigatore ch'io vengo consigliando e invidiando, entrato nel Jonio per lo Stretto o per il Canal di Malta a suo piacere; quando vedevano nel cielo dei tramonti etnei gialli e rossi e verdi, - oh, le smorte e materiali parole! - il gran vulcano, allora è tal cosa che oltrepassa l'uomo e le favole. L'ho vista, l'Etna, da tutti i lati e ci sono salito anche in vetta, sicché l'ho specolata anche dentro: è uguale soltanto a sè stessa e non comporta altre misure. In questo suo creato il mistero della natura si confonde con quello dello spirto, che vi perde la parola. |
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Corrado Alvaro |
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Gente in AspromonteI pastori cavano fuori i coltelluzzi e lavorano il legno, incidono di cuori fioriti le stecche da busto delle loro promesse spose, cavano dal legno d'ulivo la figurina da mettere sulla conocchia, e con lo spiedo arroventato fanno buchi al piffero di canna. |
Saverio Strati |
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(da: Terra di Emigranti)
"Finita la salita, imboccammo la strada pianeggiante che |
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Giuseppe Isnardi |
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Scenario silanotratto da "La scuola, la Calabria, il Mezzogiorno" - Laterza, Bari - 1985 ...è un'impressione, in cui ha forse parte maggiore l'anima di quanta ve ne |
Giorgio Bassani |
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L'AironeTese l'orecchio. Silenzio. Soltanto gridi lontani di uccelli invisibili, alti nel cielo. Ugualmente invisibile, forse alla catena, un cane guaiva poco distante. |
Cicerone |
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Lettera all'amico e giurista velino Caio Trebazio Testa, sul sistema politico-istituzionale della democratica e pacifica Velia
Ho sognato la notte scorsa che i Romani avevano adottato, finalmente, la risoluzione di darsi istituzioni politiche simili alle vostre... Quanto mi sarebbero di giovamento le passeggiate per i boschi lussureggianti e lungo la spiaggia che da Porta Marina giunge al porto; quanto piacere avrei dalle discussioni nelle quali siamo soliti indugiare con gli amici all'ombra della Porta Rosa o ai piedi del tempio di Athena. |
Giuseppe Ungaretti |
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Il deserto e dopo - 1932Il poeta cerca una paranza per andare via mare da Velia a Palinuro e ciò gli dà spunto per constatare la cordialità dei cilentani.... "Il proprietario, signor Pinto, la fa subito mettere gratuitamente a nostra disposizione, e vuole anche si accetti in casa sua una tazza di caffè. Non sono particolari insignificanti, e non sono i soli che m'hanno dimostrato la cordialità della gente di queste parti. Ho fatto quest'esperienza, anche avvicinando persone di umili condizioni: non entrano nei fatti vostri; vi rivolgono di rado la parola, ma non perché timidi o privi d'eloquenza, ma perché assenti in propri pensieri. Ma basta che esprimiate un desiderio, ed eccoli farsi a pezzi per accontentarvi: lo fanno per inclinazione a farsi benvolere, e mi pare ormai civiltà assai rara. Terra ospitale, terra d'asilo! " |
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In quel mentre, mentre passiamo di fianco a Pisciotta, ci appare, penetrato nel mare, Palinuro, come uno squalo smisurato, cariato d'oro. Pisciotta si svolge in tre fasce su una parete: la più alta è il vecchio paese, di case gravi e brune e a grandi arcate; in mezzo, sono ulivi sparsi come pecore a frotte; la terza, a livello dell'acqua, la formano case nuove e leggere, i cui muri sembrano torniti dall'aria in peristili.
Di colpo, il mare in un punto ha un forte fremito: è un branco d'anatre marzaiole che si rimettono in viaggio. Sono arrivate sull'alba, e ora che principia l'imbrunire, volano via. Così fuggì quel Dio Sonno sceso a tradire Palinuro mandandolo in malora col timone spezzato. E le onde, ora repentinamente infuriate, le muove forse il nuoto disperato del fedele nocchiere d'Enea? Piccole grotte ora ci fanno compagnia. I cavalloni penetrando in quegli occhi bui, disturbano le pietre, muovendo un rumore d'antiche ossa. Il Porto di Palinuro ha le casette bianche, e l'ultima è rosa: sembrano sulle prime biancheria stesa ad asciugare, e poi blocchetti di gesso. [...] Non ho mai visto acqua di pari trasparenza a quella che scopro avvicinandomi al porto. Vediamo la sabbia del letto come pettinata soavemente, e i nastri delle alghe trasformare in serpenti agitati, la bella capigliatura. |
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Giuseppe Ungaretti |
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Il Gargano è il monte più vario che si possa immaginare. Ha il suo cuore nella Foresta Umbra ... |
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Annibal Caro |
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nel 1537 scriveva:
Entrammo poi in una foresta tale, che ci smarrimmo; tempo fu ch'io credetti di non aver mai più a capire in paese abitato, trovandone rinchiusi e aggirati per lochi dove l'altrolabio e 'l quadrante vostro non avrebbero calcolato l'sito de' burroni e gli abissi de' catrafossi in che ci eravamo ridotti |
Dante Alighieri |
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La Divina Commedia - Inferno - canto XVI.... che si chiama Acquacheta suso, avante rimbomba là sovra San Benedetto così, giù d'una ripa discoscesa, |
«Siede Peschiera, bello e forte arnese da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi, ove la riva 'ntorno più discese. Ivi convien che tutto quanto caschi ciò che 'n grembo a Benaco star non può, e fassi fiume giù per verdi paschi. Tosto che l'acqua a correr mette co, non più Benaco, ma Mincio si chiama fino a Governol, dove cade in Po.» Dante, Inferno XX, 70-78 |
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Dino Campana |
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Canti OrficiIo vidi dalle solitudini mistiche staccarsi una tortora e volare distesa verso le valli immensamente aperte. Il paesaggio cristiano segnato di croci inclinate dal vento ne fu vivificato misteriosamente. Volava senza fine sull'ali distese, leggera come una barca sul mare. Addio colomba, addio! Le colonne altissime di roccia della Verna si levavano a picco grigie nel crepuscolo, tutt'intorno rinchiuse dalla foresta cupa. |
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Alessandro Manzoni |
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I promessi sposi - cap. IQuel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. |
Cesare Pavese |
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La bella estate... |
Maurizio Maggiani |
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Il coraggio del pettirossoA ridosso del paese iniziavano i ripidi cammini che portavano alla prima montagna, ai pascoli e ai campi di grano saraceno stretti tra la macchia; da qui procedevano per le gole verso i picchi di pietra bianca o, attraversando valichi invisibili a occhi disattenti, si addentravano, per minuscole e scure contrade, in conche dolcissime e temperate al cospetto di nuove e più ardite pareti di roccia. |
Robert Musil |
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L'uomo senza qualitàQui, dove s'erano fermati, un giardino naturale saliva dalla lingua di spiaggia stretta fra le due braccia rocciose della costa come una ghirlanda di fiori e di fronte premuta sul petto, con viottoli che si snodavano in dolce e lungo pendio, verso un albergo piccolo, bianco, nascosto, e perfettamente deserto in quella stagione. Poco più in su non c'era altro che pietra vischiosa sfavillante nel sole, sotto i passi ginestre e cardi rossi, e, lanciato verso il cielo, l'immenso spigolo diritto e aspro dell'altipiano. Chi saliva ad occhi chiusi e poi li apriva di colpo, vedeva improvvisamente il mare immobile, come un ventaglio che s'è aperto con un rumore di tuono. |
Dino Buzzati |
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Barnabo delle montagneCon i valloni deserti, con le gole tenebrose, con i crolli improvvisi di sassi, con le mille antichissime storie e tutte le altre cose che nessuno potrà dire mai... |
Attilio Bertolucci |
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Le moreTratto da "In un tempo incerto", 1955 La luce di settembre dentro gli occhi |
Virgilio |
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Virgilio nasce il 15 ottobre 70 a.c. a Pietole di Virgilio in provincia di Mantova, in una località chiamata Andes sulle rive del Mincio, ove ora vi è la Riserva Naturale della Vallazza
«Primus ego in patriam mecum, modo uita supersit, «huc ades, o Meliboee; caper tibi salvos et haedi, et, si quid cessare potes, requiesce sub umbra. Huc ipsi potum venient per prata iuvenci; hic viride tenera praetexit harundine ripas Mincius, eque sacra resonat examina quercu» «Ille etiam patriis agmen ciet Ocnus ab oris, |
Alcune famose citazioni sull'Etna |
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Etna fumoso, colonna del cielo, perenne nutrice di fulgida neve, tra le cui latebre rugghiano fonti purissime d'orrido fuoco Pindaro (Pitica I - V secolo a.C)L'Etna per la posizione, la forma, la grandezza, la fertilità e le eruzioni è stupefacente. E' insomma per tutta la sua singolarità eccelso e non ha eguali Pietro Bembo (De Aetna - 1496)meraviglioso, perché non lascia che il fuoco sia spento dalle nevi, né che le nevi siano disciolte dal fuoco .. Tommaso Fazello, XVI secoloQui (dal cratere dell'Etna) ogni descrizione sarebbe inadeguata, perché non v'è immaginazione al mondo che abbia l'ardire di rappresentare una scena così meravigliosa. Ne vi è sulla superficie del globo alcun punto che riunisca in sé tanti particolari impressionanti e sublimi Patrick Brydone (Viaggio in Sicilia e a Malta - 1770.1773)Tutto ciò che la natura ha di grande, Dominique Vivant Denon (Voyage en Sicile - 1788)Il paesaggio etneo per eccellenza è certamente la Valle del Bove: chi non ha avuto un fremito nello sporgersi dalle sue alte pareti ? Chi, ammirando questo singolare scenario, non ha almeno per un attimo provato a immaginare la sua antica origine, perduta nella notte dei tempi? Johann Wolfgang von Goethe (Viaggio in Italia - 1828)L'Etna è una piramide che domina tutta la natura e tutto l'orizzonte intorno, i miseri esseri sulla sua sommità sono sospesi in aria e si limitano a tenersi in equilibrio con la loro povera coppia di piedi sulla cenere mobile, mentre tutta la Sicilia aspetta di ricevere le loro ossa quando, storditi per la caduta, rotolano sotto. [ ]. Emily Lowe, viaggiatrice inglese (Donne indifese in Sicilia, Calabria e sulla cima del monte Etna - 1858) |