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Parco Naturale Regionale delle Dolomiti d'Ampezzo

 

Gotres - Lerosa - Ra Stua - Tornichè

Prorompenti sorgenti carsiche, antiche foreste e monoliti calcarei: regno del picchio tridattilo e del Sempervivum dolomiticum

Per le scuole: secondarie di secondo grado
Ci si avvia per la strada sterrata che sale a monte dell'area militare e, dopo aver percorso meno di un chilometro, si giunge in vista di uno degli spettacoli più belli che le acque delle Dolomiti d'Ampezzo possano offrire; si tratta delle sorgenti carsiche del Rufiédo che, all'epoca del disgelo primaverile e dopo grandi piogge prorompono dal terreno con straordinaria forza e abbondanza. Queste acque sorgive, dopo aver seguito un complicato percorso sotterraneo dai circhi glaciali della Croda Rossa, scorrono spumosamente in superficie per un breve tratto e vanno ad alimentare i non lontani laghi di Rufiédo.
Proseguendo in salita attraverso una rada pineta di pino silvestre, frequentata in inverno e primavera dal gallo cedrone (Tetrao urogallus), grande galliforme sempre più raro e minacciato sulle Alpi, si entra nell'alta Valle di Gotres, su cui si estende la più bella foresta di pino cembro (Pinus cembra) delle Dolomiti Ampezzane. In questa foresta è facile udire o avvistare il gallo forcello (Tetrao tetrix) e il picchio nero (Dryocopus martius).
Al momento dell'uscita dal bosco si giunge in vista del maestoso anfiteatro sud della Croda Rossa; proprio al suo centro si erge il Castel de ra Valbones, un enorme monolito calcareo grigio scuro, circondato da una corte di pinnacoli rosati. Sulla parte opposta della valle, si apre, a ridosso della cresta della Croda de r'Ancona, un caratteristico foro passante nella roccia, il Bus de r'Ancona.
Si valica quindi la Forcella di Lerosa, dalla quale si apre il panorama su una delle più vaste praterie di alta quota delle Dolomiti d'Ampezzo e, verso ovest, sulle montagne di Fanes e Senes; in prossimità della forcella si trovano i resti di un cimitero militare del 1918. Si incontrano qui con straordinaria facilità camosci (Rupicapra rupicapra) e marmotte (Marmota marmota). Mentre sui calcari stratificati verso la Croda Rossa cresce il più prezioso dei fiori endemici del Parco, nonché suo simbolo, il Sempervivum dolomiticum, le vaste fioriture dell'Alpe di Lerosa sono arricchite da una piccola e profumata orchidea, la Nigritella rubra dolomitensis. I maestosi cembri che allignano sulle rupi calcaree a monte della forcella possono superare i 400 anni di età.
Scendendo al margine dell'Alpe di Lerosa, in corrispondenza di una vecchia baita, si imbocca a sinistra una ben conservata strada militare, che con ampie serpentine, dapprima attraverso un rado lariceto alternato ad ampie radure e, più in basso, attraverso uno scosceso versante, raggiunge la malga Ra Stua. I boschi attraversati sono ricchi di piante secolari e legno morto in piedi, nel quale nidificano il rarissimo picchio tridattilo (Picoides tridactylus) e la civetta nana (Glaucidium passerinum); l'ultimo tratto della strada militare passa attraverso un bosco di enormi e secolari abeti, le "ciòces", che fanno da corona alla conca di malga Ra Stua. Le "ciòces", sono piante con grande e folta chioma, vetuste e volutamente lasciate sul pascolo da generazioni di pastori, alte più di 30 metri e con diametro superiore al metro, al di sotto delle quale non cadono la pioggia e la neve e gli animali pascolanti possono trovare riparo come sotto le ali di una chioccia.
Superata la malga, a monte della quale vi è una cava dimessa di Rosso Ammonitico risalente al 1300 e ricca di fossili, si segue per pochi metri la strada asfaltata verso valle e, dopo aver ammirato sulla destra le suggestive cascate del Boite, si imbocca a sinistra, sotto altre cascatelle, il sentiero per Son Pòuses. Passando un lariceto coperto da un fitto manto di rododendri si giunge a un belvedere, da cui si domina la Valle del Boite e il severo versante nord della Tofana.
Dopo aver attraversato una mugheta su un versante detritico e molto caldo, si passa alla base di una rupe calcarea stillicidiosa (fontanella); il versante, riparato dai venti freddi invernali, è un buon quartiere di svernamento per molte specie animali, nonché sede di nidificazione dell'aquila reale (Aquila chrisaëtos) e habitat di due rarissimi fiori dei versanti arido-rupestri: l'endemica Artemisia nitida e la Viola pinnata.
Si scende ora sulla destra, percorrendo dapprima ghiaie consolidate, poi un sentiero a tornanti. Superato il belvedere di Son Pòuses, dal quale la vista si apre sulla valle di Ampezzo e sulla confluenza delle valli di Fanes e Travenanzes (Pian de Loa), si attraversa la strada asfaltata e si scende in un bosco di faggi e abeti bianchi, fino al parcheggio di Sant'Uberto e alla strada statale.
Prorompenti sorgenti carsiche, antiche foreste e monoliti calcarei: regno del picchio tridattilo e del Sempervivum dolomiticum
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