Spumeggianti getti d'acqua prorompono magicamente dalla Croda Rossa
Dal parcheggio del Lago Bianco si segue la strada per Lerosa per circa un chilometro fino a giungere al primo e più modesto dei tanti torrentelli che formano le "Fontane di Rufiédo". Oltre, superando con diversi ponticelli i torrenti più impetuosi, si attraversa tutta l'area delle sorgenti, ampia alcune centinaia di metri, fino all'esaurirsi delle acque. Il ritorno avviene lungo la via dell'andata.
L'inaudita forza e la grande quantità di acqua con cui le sorgenti del Rufiédo prorompono dal terreno in certi periodi dell'anno, sono indice della vastità del bacino ideologico che le alimenta. Osservando questo versante della Croda Rossa non si riesce tuttavia a rilevare l'esistenza di grandi valli che possano dare origine ad un corso d'acqua di tali proporzioni. L'unica ragione che può motivare una situazione così anomala e straordinaria è la presenza di condotte carsiche, che possono convogliare grandi masse d'acqua dai bacini più alti e vasti della Croda Rossa e portarla a fuoriuscire proprio nel mezzo di questo versante boscoso ed uniforme.
Il deflusso, in certi giorni veramente impetuoso, va ad infrangersi sulla mole dei numerosi massi arrotondati e muschiosi che riempiono il ripido letto del torrente; si crea così un effetto di nebulizzazione dell'acqua, che avvolge il bosco circostante con il suo vapore e il suo rumore. Concluso il periodo di fusione delle nevi o dopo un periodo di siccità, il flusso si interrompe quasi d'improvviso, privando i laghi sottostanti dell'apporto idrico e seccando i muschi che rivestono l'alveo; solamente dalla fontana centrale continua a sgorgare acqua con una certa costanza. Una simile intermittenza del deflusso è tipica delle sorgenti carsiche.
Tornati al parcheggio del Lago Bianco si attraversa la strada e si segue per breve tratto la ex-ferrovia verso sud-ovest, fino a giungere, con breve deviazione a sinistra, sulla sponda settentrionale del Lago Negro. Da qui, prima di tornare sui propri passi, si potrà proseguire ulteriormente lungo la ex-ferrovia fino al successivo Lago de Rufiédo e al suo emissario, che andrà a perdersi nella spessa coltre detritica del Pian del Forame, per riemergere dalle ghiaie nei pressi delle copiose sorgenti del Foràme.
Nella prima metà di giugno, sulle sponde del Lago Negro è possibile ammirare la magnifica fioritura del ciliegio a grappoli (Prunus padus), che cresce con grandi cespugli al limitare dell'acqua. Sarà quasi certamente possibile osservare anche qualche coppia di germani reali (Anas platyrhyncos), che si nasconde fra gli equiseti o sta sui massi affioranti ad asciugarsi.
All'estremità sud-ovest del Lago de Rufiédo l'acqua esce molto lentamente e prosegue quasi stagnando verso la valle del Felizon, fino al momento in cui la pendenza aumenta ed il torrente riprende il suo flusso normale. La ragione di questa "fatica" a defluire e della tendenza dell'acqua a scorrere verso nord-est all'arrivo del Rufiédo nel fondovalle, risiede nel fatto che un tempo questo torrente, proveniente dalla Valle di Gótres, scendeva nella direzione opposta, verso Carbonin e la Val Rienza e che qui si trovava la vecchia linea spartiacque fra i bacini del Felizon-Boite-Piave e della Rienza-Isarco-Adige.
Una grande frana postglaciale caduta dalla Croda Rossa ha invaso il fondovalle più a settentrione, creando il nuovo valico di Cimabanche ed ostruendo il corso del torrente di allora verso nord-est. Si sono così venuti a creare i Laghi di Rufiédo, tipici laghi di "sbarramento", dai quali l'acqua ha gradualmente trovato sbocco in direzione opposta, scendendo verso la valle del Felizon. Questo fenomeno, non del tutto inusuale, che ha comportato per il rio di Gotres e il Rufiédo l'abbandono del bacino della Rienza e la confluenza in quello del Felizon, è noto con il termine di "cattura fluviale".