Spettacolare sito paleontologico dove scoprire grotte carsiche e ambre, affascinanti scrigni del tempo
Questo breve percorso ad anello non può esaurire l'estrema varietà di paesaggi e situazioni geologiche che le Dolomiti d'Ampezzo comprendono, ma rappresenta uno dei paesaggi dolomitici più tipici e spettacolari e consente di visitare uno dei siti paleontologici che hanno riservato recenti scoperte di eccezionale interesse scientifico, come le ambre più antiche d'Europa. Le formazioni geologiche delle Dolomiti d'Ampezzo, tutte derivanti da sedimenti marini deposti nel Mare della Tetide e successivamente sollevati e pietrificati, hanno un'età compresa fra il Triassico medio (230 milioni di anni) e il Cretacico (130 m.a.).
Ai piedi delle grandi pareti di Dolomia Principale della Tofana, sopra il Rifugio Dibona, si trova un sottile spessore di strati argillosi, nettamente colorati di rosso ed intercalati da paretine di roccia marrone; si tratta della formazione di Raibl (220 m.a.), che testimonia un ambiente di sedimentazione lagunare, durante il quale, in un clima subtropicale, il territorio era formato da un'alternanza di acque basse e salate ed isolotti emersi, sui quali crescevano antiche forme di piante resinose (Voltzie).
Dai tronchi di queste piante trasudavano delle gocce di resina, che hanno inglobato in sé piccoli insetti o granuli di polline e che li hanno perfettamente conservati. Queste gocce di resina, in seguito fossilizzatesi sotto forma di ambra, sono cadute in acqua e sono rimaste inglobate nei sedimenti marini, giungendo fino ai nostri giorni con il loro importantissimo contenuto di storia biologica.
Più in alto nel Valon de Tofana, seguendo il sentiero per il Rifugio Giussani (n. 403) e la diramazione verso destra per il sentiero attrezzato Astaldi, si giunge su un colle da cui la vista di apre spettacolare verso le rosse stratificazioni del Raibl. Prendendo successivamente verso sinistra la diramazione del sentiero n. 404, alla base della parete della Tofana di Ròzes, si giunge fino al sentiero della Grotta di Tofana, da cui si può rientrare al rifugio Dibona per un sentiero più breve e diretto.
La Grotta della Tofana, raggiungibile con un esposto e breve sentiero attrezzato, si sviluppa in forma circolare ed ha una profondità di 300 metri; è uno dei rari casi di carsismo in Dolomia Principale, meno importante dei sistemi di grotte presenti sugli altopiani calcarei di Fòsses e Fanes, ma altamente spettacolare per le formazioni di ghiaccio che vi si creano nel periodo primaverile.
In analogia con il famoso ritrovamento di resti di Orso delle Caverne, nella vicina grotta delle Conturìnes (Val Badia), all'imbocco della Grotta di Tofana sono state ritrovate alcune vertebre di un felino carnivoro, datate circa 20.000 anni fa. Questi grandi carnivori popolavano le Dolomiti in tempi recenti, quando esse erano già emerse dal mare e diventate alte montagne e stabilivano le loro tane in grotte simili a questa. La loro scomparsa coincise con la fine di un'epoca calda e l'arrivo delle glaciazioni (12.000 anni fa), che ricoprirono di ghiacci tutte le valli alpine per più di 3.000 anni.