Si deve alla preziosa opera di Gaetano Giorgio Gemmellaro la valorizzazione dei monti della Valle del Sosio dal punto di vista paleontologico. Qui, infatti, risiedono i fossili più antichi e preziosi di Sicilia, sedimentatisi e stratificatisi sin dall'epoca del Permiano (in piena Era Paleozoica) e che vanno a costituire le rocce calcaree.
L'area boscata più significativa è quella del Bosco di Sant'Adriano, dove il leccio è l'essenza dominante, soprattutto nei versanti più rocciosi ed impervi e nelle pareti con forte pendenza, dove assume il ruolo di pianta pioniera.
Il patrimonio botanico di questo territorio è, di eccezionale interesse, come quello faunistico che qui trova habitat variegati: nidificano ben 60 specie d'uccelli, sono presenti quasi tutti i rettili e gli anfibi viventi in Sicilia ed esiste un campione rappresentativo di tutta la fauna boschiva regionale, con alcune presenze rare ed eccezionali come l'aquila di Bonelli, i nibbi (bruno e reale) ed il merlo acquaiolo, ottimo indicatore di qualità dell'ambiente (si sofferma solo dove pullulano invertebrati che esigono acque pulitissime).