FUSTAIA DISETANEA E CURVA NORMALE

 

Un obbiettivo importante proposto dall'Ente parco è quello di avvicinare i boschi dell'Etna alla massima naturalità.
Questo si traduce nell'ottenimento di boschi con una elevata stabilità strutturale, funzionale e compositiva.
Il trattamento a taglio raso, che ha interessato i boschi etnei, ha allontanato la loro struttura, da quella propria dei boschi naturali, trasformando la fisionomia di quest'ultimi a quella di boschi coetanei.
Il bosco coetaneo è caratterizzato da piante che oscillano intorno alla medesima età o classe cronologica.
In natura è difficile trovare superfici di una certa ampiezza, caratterizzate da piante coetanee, e ciò si verifica raramente e in luoghi dove condizioni ambientali severe, grossi incendi o attacchi massicci di parassiti, etc, portano a grandi devastazioni, sostituendo quindi la struttura dei boschi originari, con una struttura coetaneiforme.
Nelle foreste naturali generalmente le oscillazioni di biomassa sono contenute attorno ad un valore che rappresenta la capacità portante dell'ambiente.
Questo significa che nascita, crescita e morte avvengono in modo tale da non creare turbative al sistema, che presenta una struttura ed una funzionalità elevata.
La struttura disetanea è caratterizzata dalla mescolanza delle piante di diverse età, per gruppi o per piede d'albero (quest'ultimo caso difficilmente raggiungibile).
La distribuzione verticale è costituita da più strati sovrapposti, mentre la distribuzione orizzontale sembra non avere un ordine apparente.
Un altro parametro che contraddistingue il bosco disetaneo è dato dal coefficiente di mortalità o decrescenza, K, che esprime il rapporto fra il numero degli individui di una classe diametrica e quello degli individui di una classe diametrica successiva.
Questo coefficiente è caratteristico per ogni tipo di bosco e specie. Secondo Susmel questi parametri dipendono dalla biologia del bosco e più precisamente dalla fertilità della stazione, esprimibile attraverso la statura S, cioè l'altezza media degli alberi più alti (3-4/ha) uniformemente distribuiti sulla superficie occupata dal soprassuolo, per compensare le eventuali differenze di fertilità, sempre esistenti in natura da un punto all'altro del suolo.
La statura determina lo spessore entro cui si svolgono tutti i principali fenomeni connessi alla vita delle piante forestali.
Susmel però fa una distinzione tra statura primaria e statura secondaria, intendendo con la prima la statura propria dei popolamenti vergini e con la seconda la statura propria dei boschi antropizzati, dove i tagli ne interrompono il dinamismo verso la fase climax.
La statura diventa dunque la sintesi delle condizioni ecologiche della stazione e della influenza antropica e da essa dipendono altri parametri che caratterizzano la foresta disetanea quali: N, numero degli alberi; K, coefficiente di mortalità o decrescenza; B, area basimetrica; V, la provvigione cormometrica, etc, parametri importanti per la costruzione della curva di ripartizione normale delle piante nelle diverse classsi diametriche.
La curva viene espressa dalla seguente equazione esponenziale:

(y=aK·x), dove y sta per il numero di piante, a è un coefficiente che nel calcolo della serie normale (il calcolo per la costruzione della curva in questa sede è stato omesso) si ottiene dal rapporto tra area basimetrica normale e area basimetrica della serie unitaria, x rappresenta l'esponente per la costruzione della serie e corrisponde a 0 per la classe di diametro più alta, a 1 per la classe precedente, raggiungendo il massimo valore per la classe più piccola e crescendo di una unità per ogni classe diametrica.

Poichè i coefficienti utilizzati per la costruzione della curva normale sono quelli determinati da Susmel per le abetine delle Alpi, tali confronti tra le curve anche se espresse dalla statura dei soprassuoli esaminati sono da ritenersi come semplici parametri indicativi di confronto.
Il confronto tra curva di ripartizione reale e curva di ripartizione normale da una immagine immediata delle anomalie strutturali.
Di seguito si riporta come esempio di applicazione dei diversi parametri dendroauxometrici quelli relativi alla definizione di un'area di saggio relativa alla pineta.